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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2022
Tra il 1943 e il 1945 l’Italia conosce la sua ora più buia: il Paese diviso in due; la guerra tra le truppe alleate e gli occupanti nazisti; lo scontro tra la Resistenza e i tedeschi supportati dai fascisti. È l’estrema stagione politica di Benito Mussolini, la pagina più sanguinosa e dolorosa del Novecento italiano.
La Repubblica Sociale Italiana ha avuto una storia breve: venti mesi convulsi che vanno dal settembre del 1943 all'aprile del 1945. Un periodo che rappresenta la pagina più buia del nostro Paese, in cui gli italiani sperimentarono la fine dello Stato, la fine della monarchia sabauda, la fine del fascismo e la sua rinascita, l'occupazione tedesca e la guerra civile al Nord. Un dramma di grande complessità, destinato a lasciare un segno duraturo nelle esperienze individuali e in quelle collettive. Questo libro, avvalendosi delle più recenti ricerche e di fonti poco conosciute, restituisce al lettore l'immagine complessiva delle sue varie (e contraddittorie) componenti: l'azione di governo, il dispiegamento repressivo, il collaborazionismo, lo scarto tra i progetti e le concrete realizzazioni. Un'attenzione particolare viene rivolta al ritorno di Mussolini, all'apporto fornito allo sforzo bellico germanico, alle formazioni armate (Brigate nere, X Mas, SS italiane, 'ausiliarie', polizie semiautonome), alla 'guerra sporca' ai partigiani e ai civili, alla caccia agli ebrei, fino alla transizione al dopoguerra tra giustizia sommaria e amnistie. Il risultato è un lavoro che ancora mancava nella pur vasta storiografia sull'argomento, capace di catturare il lettore raccontando un'epoca di eroismi e viltà, opportunismi e solidarietà.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sintesi divulgativa di alto livello di cui abbiamo bisogno se vogliamo favorire la lettura e lo studio della saggistica storica, così poco praticati nel nostro Paese. Altrettanto ottima l'edizione Laterza che favorisce al meglio la lettura di queste cinquecento e passa pagine, con il contraccolpo purtroppo del prezzo del volume non proprio agevole. L' Autore affronta con grande competenza i nodi storiografici relativi alla storia della RSI e i rimadi alla curata bibliografia permettono gli ulteriori approfondimenti. Di conseguenza, il lavoro di Franzinelli si presta a diventare un testo importante di consultazione.
Non il lavoro migliore di Franzinelli secondo me. Il tema è importante ed è un bene che ne venga proposta una sintesi un po' più divulgativa come questa, pensata evidentemente per il grande pubblico. Dal punto di vista della ricerca, mi sembra però un passo indietro rispetto ai volumi di Ganapini e Gagliani, che seppur ormai datati restano sicuramente i più affidabili sull'argomento.
Un tema che sembra affrontato troppe volte: non è così questo magnifico libro del grande Franzinelli unisce la storia di questa Repubblica fantoccio con il racconto della vita culturale, sociale ecc di quell'infausto periodo facendo emergere personaggi che troppo spesso si dimenticano.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Se si parla di fascismo, Seconda guerra mondiale e Resistenza, Mimmo Franzinelli è uno degli storici italiani più autorevoli. È per questo che siamo molto contenti di pubblicare una lunga recensione di Dianella Gagliani a uno dei suoi saggi più essenziali, uno studio completo sulla Rsi e sulle responsabilità italiane nell'occupazione nazista dal '43 in avanti. Ecco qui un estratto della recensione.
«Mussolini e alcuni fascisti ritornarono sulla scena e al governo, grazie alle scelte operate dal Terzo Reich. E non si limitarono a un governo di semplice collaborazione ma, nella loro più gran parte, vollero partecipare alla guerra come pieni alleati della Germania nazista, eminentemente al fine di difendere il progetto di nuovo ordine internazionale che stava loro a cuore. Per ritornare a essere considerati compiutamente alleati, degni della stima dei nazisti tedeschi, si doveva dimostrare di essere in grado di riportare gli italiani e le italiane, non solo ad accettare la prosecuzione della guerra, che invece la maggioranza assoluta voleva vedere finita, ma anche a sostenerla. Si doveva dimostrare all’alleato che la caduta del regime e la firma dell’armistizio con gli anglo-americani erano dovuti a un “tradimento” – del re, di Badoglio, degli alti comandi militari –, non all’impossibilità per l’Italia di continuare la guerra e al collasso vero e proprio del regime. Da qui decisioni e comportamenti che urtavano contro i desideri e i bisogni della popolazione».
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