Storia del mondo. Dall'anno 1000 ai giorni nostri

Diversamente da altri recensori ho trovato questo testo non all'altezza delle intenzioni. I capitoli finiscono spesso per accavallarsi creando una certa confusione e cozzando con l'obiettivo di "raccontare". La mancanza di cartografia (non sono certo sufficienti le brutte cartine all'inizio dei capitoli) si fa sentire. Inoltre c'è un uso molto libero della sintassi (forse per far sentire più "moderno" il linguaggio) e del "parlato comune" fino ad essere fastidioso e stucchevole e tutt'altro che scorrevole. Peccato. Tre stelle per l'impegno e l'approccio nuovo.

“La storia è scienza degli uomini” asseriva Marc Bloch; e aggiungeva “degli uomini nel tempo” perché “lo storico non pensa solo all’umano”. Precisazione che non risolve la parzialità: il connubio tra uomo e tempo implica l’esistenza umana che non può prescindere dal luogo degli uomini, il Mondo; la storia è storia del Mondo, pochi l’hanno affrontata in tal senso. Quale sarà la cifra di una Storia del Mondo? “Il mondo[…] è sempre stato rotondo[…]. Queste pagine non sono, perciò, una storia globale, ma vogliono essere una storia del mondo.” È questa rotondità, l’idea di sfericità stessa, che appare cifra e metodo di un’opera che, a dispetto della sua imponenza, cattura l’attenzione dalla prima all’ultima pagina, senza mai abbandonare il lettore. Il metodo è percorrere la superfice del globo seguendone le curvature, in un continuo percorso a spirale: dal Mediterraneo all’Asia, passando per l’Africa, per le Americhe, continuare nell’Europa delle nazioni, riattraversare il lago Atlantico; confondersi tra la furia delle folle; subire le guerre mondiali, le guerre fredde, le guerre commerciali, le follie religiose: una spirale iperinclusiva, sempre più Mondo e meno Stati che gli autori ci invitano a percorrere scevri da pregiudizi legati a “centri egemonici”. Consonante con la rotondità del percorso narrato è la fluidità della narrazione stessa: gli autori raccordano le loro parti senza soluzioni di continuità; possiamo intuire lo scritto di ciascuno più dai loro interessi precipui, che non dalle variazioni del loro stile di scrittura. La storia è narrazione, ma è anche riflessione, confronto, indagine. Come una sinfonia, ancor più un evento storico può essere narrato e “interpretato” in infiniti modi; gli autori hanno raccolto la “sfida” di narrare la storia non indagando eventi puntiformi più o meno raccordati tra loro, ma interpretando lo “spiritus loci”, di quel luogo che è il luogo globale dell’umanità, il mondo attraverso il tempo.

Saggio rigoroso e, per quanto lo consenta la materia trattata, anche discretamente scorrevole. Per chi ama la storia, da non perdere.