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1997
1 settembre 2000
1120 p.
9788826311807

Voce della critica


recensione di Filoramo, G., L'Indice 1998, n. 8

In questi ultimi anni si sono moltiplicate, in Italia e all'estero, le iniziative legate alla pubblicazione di storie del cristianesimo. Se gli anni sessanta, in sintonia con le vicende conciliari, avevano visto, in ambito cattolico, l'uscita di due importanti storie della Chiesa dirette da Hubert Jedine e Roger Aubert; se gli anni settanta avevano conosciuto, per altro in linea con le aperture ecumeniche, la promozione di storie della Chiesa interconfessionale; se gli anni ottanta avevano assistito, anche come conseguenza della inarrestabile crisi delle storie della Chiesa di tipo teologico e confessionale, al moltiplicarsi di storie "locali"; gli anni novanta paiono indubbiamente caratterizzati dal tentativo di scrivere storie generali del cristianesimo.
Che in questi tentativi la storiografia francese occupi un posto di avanguardia e di preminenza non deve certo stupire, solo che si pensi alla quantità e alla qualità degli studi prodotti oltralpe nel campo della storia religiosa. L'alto livello scientifico procede qui di pari passo con un senso vigoroso che la storia religiosa non è solo una storia a pieno titolo (che, dunque, deve essere in grado di utilizzare tutte le metodologie e le audacie interpretative che caratterizzano la storiografia francese), ma anche una storia che, oltre a dare a Cesare quel che è di Cesare (e cioè a ricollocare la storia del cristianesimo nel quadro più generale della storia), deve essere in grado di dare a Dio quel che è di Dio, affrontando nel contempo i complessi problemi interpretativi legati alla specificità del dato religioso.
Su questo sfondo, anche se idealmente questa "Storia del Cristianesimo" si presenta come una ripresa di quella "Storia della Chiesa" (comunemente nota, dal nome dei suoi curatori, come il Fliche-Martin), che, tra le due guerre, si impose come "la" storia della Chiesa, di fatto essa se ne distanzia fin dall'oggetto, che non è più l'istituzione Chiesa ma la religione cristiana. Anche se il ritardo nella pubblicazione del primo volume - dovuto alla morte prematura di uno dei direttori dell'opera, il compianto Charles Piétri - ha fatto sì che manchi tuttora, come è di prassi in opere siffatte, un'introduzione generale che precisi oggetto, metodi e scopi dell'opera, è evidente, dal titolo stesso, oltre che dall'impostazione dell'opera e dalle introduzioni dei curatori ai singoli volumi sinora pubblicati, che oggetto di questa storia è il cristianesimo in quanto religione di tutti coloro che, in un modo o nell'altro, si richiamano al messaggio e all'opera del personaggio storico Gesù il Cristo. In effetti, la storia del cristianesimo è anche storia dei "cristiani senza Chiesa"; e, soprattutto nell'età della secolarizzazione, storia dell'idea cristiana e delle sue innumerevoli metamorfosi e variazioni più o meno secolarizzate.
In quanto tale, l'opera non è né si vuole storia del papato o della Chiesa cattolica o delle Chiese cristiane, quanto, piuttosto, storia di una religione nel suo divenire storico e, dunque, sia nella complessità delle sue articolazioni interne sia nella complessità dei suoi rapporti con la società e il potere politico. Come si esprime uno dei curatori, l'ambizione dell'opera è, di conseguenza, quella di "abbracciare, in una stessa prospettiva, il destino delle differenti espressioni del Cristianesimo, cercando di evidenziarne le convergenze e le differenze".
Intento lodevole, ma che comporta alcune difficoltà, che hanno accompagnato la storia della Chiesa fin dal suo sorgere e che quest'ottica, paradossalmente, accentua. E questo, a cominciare dal classico problema della periodizzazione: se la storia del cristianesimo si iscrive, in ultima istanza, nella storia generale, quando, come e perché sarà lecito scegliere un criterio periodizzante interno e non, invece, di tipo tradizionalmente politico? Problema che i due volumi ora tradotti in italiano (l'edizione francese ne prevede tredici, più uno di indici) mettono in evidenza, scegliendo in fondo un criterio misto.Ma è anche un problema interno reso più complicato dal fatto che, in un'ottica non confessionale o di semplice parallelismo nel racconto delle vicende ma di reale intreccio storico, il tempo di Roma non è quello di Wittenberg o di Costantinopoli.
I due volumi qui presentati riflettono i tanti meriti e i pochi limiti di quest'opera, almeno per quanto è dato sinora giudicare. In effetti, i tre volumi sul medioevo sinora pubblicati costituiscono, nel loro insieme, la migliore introduzione alla storia del cristianesimo medievale. Il quarto, affidato per la maggior parte a uno specialista del livello di Dagron, rispecchia l'ottica diversa con cui oggi si guarda al mondo bizantino come a un mondo creativo e originale, un vero centro nella storia medievale. Il sesto, a sua volta, conferma questa centralità dell'Oriente, che non è certo smentita dal quinto, ora tradotto, che si concentra sul cristianesimo latino per l'evidente ragione storica che nel periodo in considerazione esso risulta il fattore sociopolitico, oltre che religioso, decisivo. Quanto al dodicesimo (il primo a essere pubblicato), esso costituisce un'esemplificazione ancor più evidente dell'originalità di impostazione dell'opera. Anche se le date in questo caso scel-te sono quelle di due pontificati (inizio di quello di Benedetto XV e fine di quello di Pio XII), e anche se il fatto che la maggior parte degli autori sono francesi rischia di dare una patina ultramontana alla media dei contributi, il volume si apre correttamente con un profilo dei "poteri e degli orientamenti" generali, delle correnti di pensiero e di pietà, oltre che dei rapporti tra le varie Chiese e gli Stati europei. Segue una seconda e corposa parte dedicata al cristianesimo europeo, mentre la terza, quarta e quinta parte sono, rispettivamente, dedicate alle cristianità orientali, alle Americhe e all'Africa, Asia e Oceania: un allargamento lodevole degli orizzonti.
Nel complesso, un'opera ben tradotta e curata nella sua edizione italiana che, per la sua impostazione e l'alto livello scientifico dei suoi contributi, è destinata a rimanere a lungo uno strumento indispensabile per lo specialista e un'opera di riferimento obbligata per chiunque voglia familiarizzarsi con le millenarie vicende della storia cristiana.

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