L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Un saggio storiograficamente impeccabile che non rinuncia alla narrazione.
Finalmente una storia dei Longobardi che non patisce la distorsione di un’ottica tutta italiana. Di questo popolo interessantissimo, adatto a un’analisi antropologica e non solo storica, Jarnut segue in alcuni capitoli caratteri e mobilità (forse in Scandinavia, certamente nella Germania settentrionale e nelle odierne Boemia e Ungheria) precedenti la famosa invasione italiana del VI secolo. È un popolo fortemente caratterizzato da un atteggiamento di migrazione totale: non si espande in Italia (come faranno poi i Franchi nell’Vlll secolo), ma vi si trasferisce integralmente, lasciando ben poco di sé nelle regioni di provenienza. Il nuovo insediamento italiano fu poi definitivo, e i Longobardi interpretarono in modo «germanico» modelli bizantini (di Bisanzio erano stati alleati militari), tradizioni circoscrizionali romane e schemi culturali dell’antichità, costituendo per l’ltalia la piú importante cinghia di trasmissione fra il tardo impero romano e il pieno Medioevo. L’ltalia divise in due le vocazioni e i destini dei Longobardi, perché a nord, nella «Langobardia», posero le premesse per il «Regnum Italicum» e per i contatti con altri popoli germanici; a sud, dove dominarono piú a lungo, ebbero contatti stretti con i popoli mediterranei. Il loro cammino verso una vera integrazione latino-germanica fu interrotto dall’invasione di Carlomagno. Di questi aspetti Jarnut dà conto in pagine che non rinunciano alla narrazione e che contengono, utilmente, tutte le informazioni di base.
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Breve ma esauriente guida introduttiva alla storia di questo popolo ahimè poco conosciuto nonostante il ruolo decisivo ricoperto durante l'Alto Medioevo italiano. Per il resto, una lettura poco stimolante, un po' per il carattere di estrema sintesi datale dall'autore, un po' per il costante citazionismo dalla famosissima ''Storia dei Longobardi'' di Paolo Diacono (secolo VIII); non si capisce perché non si debba andare a consultare direttamente quella.
La lettura agile è il segreto per cui questo piccolo libro è tuttora in catalogo. In poche pagine Jarnut riesce a descrivere in modo incisivo sia la storia che gli usi e costumi dei Longobardi, riuscendo a dare l'idea di quanti cambiamenti si fossero verificati in quel popolo nell'arco di 300 anni, cambiamenti che per noi è difficile cogliere dopo così tanti anni. Interessante un confronto con "L'Italia dei barbari" di C. Azzara: i libri sono molto simili per impostazione e linearità della scrittura. Entrambi una ottima introduzione ai secoli iniziali dell'alto medioevo.
Breve ma interessante libro... molto preciso nella descrizione dei fatti a livello politico, dello sviluppo economico e militare. Poca approfondita invece la parte riguardante la società (usi, custumi ecc). Sicuramente un buon libro che si legge con piacere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Finalmente una storia dei Longobardi che non patisce la distorsione di un'ottica tutta italiana. Di questo popolo interessantissimo, adatto a un'analisi antropologica e non solo storica, Jarnut segue in alcuni capitoli caratteri e mobilità (forse in Scandinavia, certamente nella Germania settentrionale e nelle odierne Boemia e Ungheria) precedenti la famosa invasione italiana del VI secolo.È un popolo fortemente caratterizzato da un atteggiamento di migrazione totale: non si espande in Italia (come faranno poi i Franchi nell'Vlll secolo), ma vi si trasferisce integralmente, lasciando ben poco di sé nelle regioni di provenienza. Il nuovo insediamento italiano fu poi definitivo, e i Longobardi interpretarono in modo «germanico» modelli bizantini (di Bisanzio erano stati alleati militari), tradizioni circoscrizionali romane e schemi culturali dell'antichità, costituendo per l'ltalia la piú importante cinghia di trasmissione fra il tardo impero romano e il pieno Medioevo.L'ltalia divise in due le vocazioni e i destini dei Longobardi, perché a nord, nella «Langobardia», posero le premesse per il «Regnum Italicum» e per i contatti con altri popoli germanici; a sud, dove dominarono piú a lungo, ebbero contatti stretti con i popoli mediterranei. Il loro cammino verso una vera integrazione latino-germanica fu interrotto dall'invasione di Carlomagno. Di questi aspetti Jarnut dà conto in pagine che non rinunciano alla narrazione e che contengono, utilmente, tutte le informazioni di base.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore