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Al tempo dei Promessi Sposi, un disincantato Don Abbondio, leggendo un libro, si interroga: "Caneade, chi era costui?" Oggi, leggendo l'ultimo libro di Cormac McCarthy (Stella Maris) la domanda me la faccio io: "Kekulè, chi era costui?" Il vantaggio che ho io rispetto a Don Abbondio è evidente: si chiama google ed un attimo dopo la mia domanda trova risposta. Però questo è davvero un libro strano, credo unico nel suo genere: un dialogo ininterrotto tra la protagonista Alicia Western ed il suo dottore Robert Cohen. Nessuna descrizione, nessun intermezzo, ma nemmeno la delimitazione dei dialoghi. Quando il testo va a capo, cambia il dialogante. Non ci sono virgolette. È un sistema binario intermittente: 1, 0, 1, 0... Robert, Alicia, Robert, Alicia... Il dottore fa le domande e Alicia risponde, ma spesso si lascia trasportare cambiando argomento o inserendo considerazioni inaspettate. Talvolta è capace di girare la frittata: "Lei sa tutto di me mentre io non so niente di lei. Mi dica se è sposato, se ha figli, perché ha scelto questo lavoro... Il dottore accetta, brevemente, di stare al gioco ma poi ognuno riprende il suo ruolo. Alicia vola con la fantasia, o forse gioca con i ricordi, o magari tende a far cadere in contraddizione il dottore. Perché una cosa è chiara: l'intelligenza di Alicia supera alla grande quella del dottore. Eppure è lei quella malata, quella da curare, quella da calmare... almeno, questo secondo il dottore. Ma il lettore tende a farsi un'opinione diversa. Sono diventato un tifoso di Alicia: la vedevo in piedi sul ring, mentre era tranquillamente seduta su una sedia. Ma una battaglia può anche essere solo verbale. Ed è bellissima la spiegazione che da Alicia in merito all'invenzione del linguaggio. Seppur decisamente pessimistica e negativa. Come finisca la storia lo sappiamo se abbiamo letto il libro precedente, Il Passeggero. Altrimenti restiamo come color che son sospesi...
Avessi letto prima Stella Maris de "Il passeggero" (trattasi infatti di una dilogia), avrei senz'altro digerito meglio tutta la parte in corsivo di quest'ultimo dominata da Alicia/Alice in una sorta di Wonderland. Definita 'trasognata', ma diciamo pure schizofrenica, l'ho tollerata malamente. Lettura propedeutica, quindi. Il personaggio di Alicia/Alice attraverso questo lungo dialogo ci guadagna perché, meno criptico e sfuggente, si lascia avvicinare e comprendere meglio, risultandomi, perciò, piú interessante e coinvolgente. Però occhio!, tradotto in italiano sarà pubblicato solo in settembre, e letto in lingua originale è un'altra musica (per la quale ho un debole che si può intuire dal mio titolo), e può avermi sbilanciato verso un giudizio più benevolo. Quindi mi tengo prudentemente su una valutazione media in attesa di affinare il mio giudizio a fine rilettura tradotta. E nel frattempo - fra una chiacchiera e l'altra -, in punta di piedi, il grande vecchio se n'è andato. "Il mondo non ha creato alcun essere vivente che non intenda distruggere".
E molto interessante lo consiglio vivamente
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