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Noioso. Deludente.
Interessante e coraggiosa la scelta dell'autrice di approfondire un lato meno studiato di Virginia Woolf, cioè il suo disprezzo nei confronti delle domestiche, donne come lei eppure considerate diverse in quanto socialmente e culturalmente "inferiori". Osservandola dal punto di vista di Nelly, si ha l'impressione che Virginia Woolf non fosse poi così femminista come ci si immagina. Il personaggio di Nelly è veramente ben costruito e tutta la ricostruzione della vita in Inghilterra è assolutamente affascinante.
Che piacevole sorpresa! Abituata alle storie di Pedra Delicado non mi aspettavo la coinvolgente storia, molto ben raccontata, di una Virginia Wolf inedita che si confronta con la quotidianità e con la sua 'serva' forte, dura e al tempo stesso fragile. Molto ben scritto.
Recensioni
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"Credo di essere affascinata dal cosiddetto gruppo di Bloomsbury come molti miei contemporanei di ogni nazionalità": questo incipit non mancherà di sorprendere chi già conosce Alicia Giménez-Bartlett come autrice dei gustosi romanzi polizieschi pubblicati in anni recenti da Sellerio (cfr. "L'Indice", ???), e di cui è protagonista l'ispettrice di polizia Petra Delicado. Cosa c'entrano quei londinesi snob del gruppo di Bloomsbury, si domanderanno i lettori, con questa scrittrice spagnola che ci ha abituati a indagini scabrose tra i bassifondi e i quartieri alti della Barcellona contemporanea? Per capirlo bisogna fare un passo indietro, dare un'occhiata alla data dell'edizione originale di questa S tanza tutta per gli altri e ricostruire un percorso letterario che diventa, alla luce di questo libro, anche più interessante.
All'inizio degli anni novanta, Alicia Giménez - che da tempo andava leggendo tutto ciò che si era pubblicato sul gruppo di Bloomsbury, e in primo luogo quella miniera di informazioni che sono i diari di Virginia Woolf - s'imbatte in una frase che la fa sobbalzare, e che avrà, come vedremo, durevoli conseguenze. In data 15 dicembre 1929, Virginia Woolf annota: "Se questo diario non l'avessi scritto io e un bel giorno dovesse cadere nelle mie mani, cercherei di scrivere un romanzo su Nelly, sul suo personaggio. Tutta la storia tra noi, gli sforzi miei e di Leonard per liberarci di lei, le nostre riconciliazioni". Nelly è Nelly Boxall, cuoca e domestica dei coniugi Woolf dal 1916 al 1934. "Un bel tratto di vita", commenta Alicia Giménez, che nella frase della grande scrittrice inglese vede quasi un invito, un appello rivolto proprio a lei. Si mette immediatamente in contatto con la Virginia Woolf Society di Londra e scopre che esiste un diario di Nelly; appartiene a una collezionista, lady Prudence Lane, al quale incredibilmente nessuno, prima di lei, lo ha mai chiesto.
Da questo diario prende le mosse il romanzo di Alicia Giménez, che su quelle pagine scritte in cucina basa una ricognizione originale e attendibile della vita quotidiana in casa Woolf. Costruito come un lungo flashback, il romanzo ha inizio il giorno del funerale della scrittrice, marzo 1941. Nelly "sbircia da dietro gli alberi, senza perdere la compostezza, in attesa che Leonard esca dal crematorio con l'urna delle ceneri di Virginia. (...) Strana donna. Robusta, sopra i quaranta, vestita di scuro, cappello a calotta schiacciata ornato di fiori di panno. Asserragliata nel risentimento (...)".
Non ha mai avuto una stanza tutta per sé, Nelly Boxall. In casa Woolf divideva con la cameriera Lottie Hope una stanzetta così piccola che "se cerchiamo di separare i letti non si riesce più ad aprire l'armadio". Prendono servizio insieme, Nelly e Lottie, nella primavera del 1916, il paese è in guerra, Virginia Woolf convalescente. Le due case dei Woolf, in città e in campagna, non offrono comodità, ci si spezza la schiena a trasportare il carbone, l'acqua dei bucati si raffredda subito, fare la spesa nei negozi svuotati dalle restrizioni belliche è un'impresa che richiede tempo e astuzia. E i Woolf, che non navigano certo nell'oro, non si preoccupano tuttavia delle spese - né della fatica supplementare delle loro domestiche - quando invitano a colazione o a pranzo i loro amici. E lo fanno spesso.
Eppure Nelly si sente in qualche misura protetta dall'intellettualità e dal pacifismo dei Woolf, persino privilegiata, la sua vita è diversa da quella dei domestici che incontra il sabato pomeriggio al tè della parrocchia, "i loro padroni saranno anche molto ricchi ma non sanno niente di interessante, non conoscono persone che scrivono libri o che dipingono quadri o che fanno sculture". Senza rinunciare alle proprie rivendicazioni, quelle stesse che esasperano Virginia Woolf mettendone in luce le contraddizioni di classe, Nelly è orgogliosa della sua signora che "quando va a dare una conferenza la gente paga per ascoltarla"; e che, quando su Londra cadono le bombe, si siede con lei e Lotty sul pavimento della cucina seminterrata e racconta storie che le fanno ridere.
Nel romanzo di Alicia Giménez, le pagine del diario di Nelly e quelle del diario di Virginia diventano tasselli di una narrazione affascinante, una trama tessuta con un lucido sguardo femminile di fine Novecento, capace di assumere come proprie "antenate" entrambe queste donne, e di rivelarcele in pieno sole ma anche nella luce sbieca che filtra sotto le porte chiuse. Per scrivere tranquille in una stanza tutta per sé, sembra dirci Alicia Giménez, bisogna chiudere fuori qualcuno, e spesso quel qualcuno è un'altra donna, che pure sa scrivere, e sa ascoltare. Facendo rispecchiare le parole di Virginia in quelle di Nelly e viceversa, Giménez ricostruisce un quadro intero sofferto, talora forse sgradevole, come sempre quando s'incrina un mito, ma di grande interesse, sia narrativo che psicologico e sociale.
Nelly è una donna intelligente, che ragiona in proprio e anche si nutre delle parole e dei pensieri della padrona, senza soccombere all'inquietudine, al senso di frustrazione di Virginia. Voglio citare un solo illuminante episodio. Un giorno, rientrando dal mercato, Nelly corre a bussare "alla porta dietro la quale lavora Virginia Woolf" e, senza aspettare il suo permesso, irrompe nella stanza e grida: "Signora, la Camera dei Lord ha approvato il voto alle donne!". Virginia lo sa già, l'ha sentito alla radio, e conosce anche le inique condizioni che riservano tale diritto a ben poche donne - a lei, certo, ma non a Nelly. Glielo spiega con una freddezza che è anche dolore, provocando la sorpresa della domestica, che si sentiva rassicurata dal semplice fatto che almeno la sua signora potesse votare; poi le chiede di richiudere la porta. Ci pensa però Alicia Giménez a socchiuderla di nuovo, almeno virtualmente, con uno di quegli artifici che rendono miracolosa la letteratura, sicché i lettori di questo libro si trovano a guardare di qua e di là dalle porte, nei salotti e nei ripostigli, nelle promiscue stanze da letto padronali e nei sottoscala, dove inevitabilmente si sussurra e si giudica.
Ma qui la creatività di Alicia Giménez, ben sostenuta dalla traduzione italiana di Maria Nicola, ha un altro colpo d'ala. Non si accontenta infatti di constatare il divario di condizioni, né lo maschera con sentimentalismi di maniera. Indaga invece a fondo le modalità delle relazioni, ne scopre i punti dolenti o vischiosi, ne mette in scena la complessità. Si sa che i domestici di quel gruppo eccentrico ed esclusivo si conoscevano, si parlavano e talvolta si riunivano, tanto che si erano significativamente dati il nome di "banda". "È impossibile, - ci dice Giménez - non vedere in questa autodefinizione una sottile ironia. Il 'gruppo di Bloomsbury' trova il suo parallelismo nella "banda di Bloomsbury". I domestici conoscono a fondo i signori che servono: i loro incontri, le feste, i discorsi spesso un po' infantili, le loro chimere, i loro sforzi per essere originali, le loro miserie sessuali, i loro fantasiosi idealismi, i loro egoismi e megalomanie". Si direbbe quasi che da tale intimità, da tale conoscenza, unita però al loro permanere nella realtà sociale dei comuni mortali, venga ai domestici una maturità superiore a quella dei signori, un senso di responsabilità da fratelli e sorelle maggiori, "mentre i più piccoli possono continuare a coltivare le loro fantasie", ostinarsi in una beffarda autoesclusione resa possibile dai privilegi.
I domestici che emergono dal diario di Nelly, e ai quali Alicia Giménez dà corpo e parola, sono il prodotto di una diversa autoesclusione. Più colti e liberi dei loro pari - "sono tutte delle ignoranti, le nostre amiche", ripete spesso Nelly a Lottie - e tuttavia tenuti a ragguardevole distanza dai signori di cui subiscono e talora condividono le bizzarrie, sono figure solitarie di fuori casta, donne e uomini che possiedono solo una valigia di abiti e qualche oggetto personale, eppure rinunciano al pomeriggio di libertà per servire il tè a un grande poeta. Nelly rinuncia al matrimonio, a una casa, ma non può rinunciare a leggere e a scrivere, seppure nei ritagli di un tempo e di uno spazio che non le appartengono. E non rinuncia al rancore, quando infine ne è sopraffatta, un rancore squisitamente di classe, che non toglie nulla a colei da cui ha appreso l'importanza della vita della mente.
In apertura di recensione invitavo i lettori a fare un passo indietro per capire quanto e come c'entri, questa creatura per molti versi ottocentesca, con le attualissime novelas negras che hanno fatto di Alicia Giménez una scrittrice di grande successo. Il diario di Nelly Boxall si interrompe nel momento in cui lascia la casa dei Woolf. E su quella soglia Alicia Giménez si congeda da lei, solo informandoci che negli anni successivi sarà ancora a servizio, ancora e sempre in stanze altrui.
Subito dopo Alicia Giménez mette mano a una storia completamente diversa e crea il personaggio di Petra Delicado, ostinata ispettrice di polizia e inquieta investigatrice di esistenze nascoste. La incontriamo per la prima volta su una soglia, all'inizio di Riti di morte: "Decisi di cercarmi una casetta con giardino in città. Un obiettivo difficile ma ci riuscii. Era qualcosa di più di un capriccio (...). Ora mi si presentava l'occasione di abitare da sola in un posto tranquillo, e volevo che fosse un'opportunità per cambiare". E se fosse Nelly l'anima di Petra?
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