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Credo che questo libro di Beevor possa essere tranquillamente incluso nella categoria dei capolavori storiografici: quei libri cioè che rappresentano una svolta nella conoscenza di un evento, un periodo, un'epoca e che si impongono ai lettori per la loro forza evocativa. Sicuramente, con questo libro la conoscenza che noi abbiamo della grande battaglia di Stalingrado, ne esce rafforzata e approfondita, ma soprattutto, attraverso le sue pagine nasce la consapevolezza che questo evento costituisca il vero punto di svolta della guerra in Europa, l'inizio della fine della Germania hitleriana. E questa consapevolezzq il lettore, che per un momento voglia dimenticarsi dei fatti successivi, la raggiungerà immergendosi negli alti e bassi degli scontri quotidiani fra russi e tedeschi, seguendo l'alternarsi di attacchi e contrattacchi dei due eserciti, celati dietro le macerie della città e culminati nella grande operazione Urano con cui i russi, il 19 novembre 1942, avviano l'accerchiamento della 6° armata tedesca a partire dalle retrovie del fronte del Don. E' da questo momento che inizia la fine a cui Beever ci conduce, nel cuore nero dello scontro grandioso, alternando sapientemente nel racconto le memorie dei piccoli soldati, dei generali e degli ufficiali, frutto di un'esplorazione vastissima di archivi tedeschi e russi e degli scritti di Grossman, il massimo testimone russo del dramma. E Beevor non si accontenta della cisione strategica, anzi, via via che il grandioso dramma si avvia alla conclusione, approfondisce con la necessaria crudezza la terribile realtà dei combattenti, schiacciati dai pericoli mortali delle armi, delle malattie, dei pidocchi, del freddo e della fame: un tremendo e grandioso inferno che, per i tedeschi, si rivelerà senza via d'uscita. Unico neo di tanto libro è l'apparato cartografico, che andrebbe arricchito, ma che dipende forse più dalle scelte editoriali
Beevor non delude, e qui dà il meglio. Sempre attento, imparziale, super documentato. Una ricostruzione impeccabile della battaglia che ha svoltato le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Dovrebbe essere un testo di storiografia da studiare nei licei e all'università.
Beevor è un'ottima penna e l'ha dimostrato anche con altri suoi lavori. In questo libro riesce a descrivere in maniera semplice e avvincente la leggendaria battaglia di Stalingrado,che non ha bisogno di presentazioni. Altro fattore positivo è che l'autore cerca di dare dignità anche al soldato tedesco,invasore ma pur sempre umano,quindi ne sottolinea,appunto,i risvolti intimi di chi è stato sconfitto,senza alcuna faziosità.
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