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Anno edizione: 2023
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo canzoniere ha una freschezza non comune: c'è certo un aria di esperimento nella ricerca di una forma e nella scelta, mai urlata, di violarne le rigidità per seguire il discorso intimo. Esperimento però molto felice, e ben ha fatto Raboni ad accogliere questa raccolta nella sua collana prematuramente defunta: fra una poesia che torna spesso a sbudellar sentimenti in carta ed una incuria formale che si nasconde in ogni anfratto (dal dialettale al sentimentale) quella di Aliprandi è una ricerca del "belcanto" che tocca.
Recensioni
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scheda di Luzzi, G., L'Indice 1998, n.10
Anche nel lavoro di un trentenne il "tutoyer" amoroso può continuare a essere buona moneta: il canzoniere di Aliprandi peraltro (ricordo un titolo molto simile, ma certo più singolare, da parte di uno dei pochissimi veri talenti torinesi di questa generazione: "La sposa boreale", di Roberto Ariagno, uscito nel 1997 da Book) sembra più propriamente vicino ai preparativi per un laboratorio, alla selezione degli strumenti dall'orizzonte di una premessa. Conteso tra una doppia natura procedurale, e cioè un prosaismo sapienzial-figurativo e una rete formalistica obbligata, Aliprandi fornisce i risultati più sicuri in questa seconda direzione, soprattutto nelle forme aulico-popolari vibratamente melodiche. In assenza di questa rete il discorso del pur dotato debuttante si fa periglioso e non bastano i risarcimenti (reichiani) del sarcasmo a fugare la nostalgia per il sia pure piccolo (e quanto utile, a questo punto?) manierismo metrico.
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