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La capacità di saper ricostruire un contesto storico che Guarnieri possiede è da ricondursi spesso al contenuto prioritario delle sue abilità letterarie. E fin tanto che il dettaglio permane storiograficamente legato al passato l’effetto, ovvero comprensione ed immedesimazione da parte del lettore, riesce. È invece nel momento in cui l’autore si cimenta con un racconto definito nell’attualità del tempo presente che non sembra raggiungere il medesimo risultato; ed a maggior ragione in un libro come questo, dove il passato storico (Rembrandt e l’Olanda di metà 600’) s’interseca con la vicenda personale del protagonista, un aspirante scrittore, ambientata ai giorni nostri. La parte “antica” è notevole, ben scritta, precisa, intrigante, evocativa e piena di fascino. La parte “moderna” è confusa, controversa, oscura, ricca di descrizioni inutili, ripetitive ed alquanto noiose. Una mal riuscita forzatura quella di voler creare un parallelo fra due storie separate e dalla temporalità diversa. L’autore ha sicuramente grandi qualità ma, nella fattispecie, pur dimostrandolo a singhiozzo non mantiene nulla della vivida scorrevolezza di un libro come “I Sentieri del Cielo”; tanto per fare un esempio che, comunque, in ordine cronologico è stato scritto successivamente al presente testo. C. Matar
libro noiosissimo, ho veramente faticato ad arrivare all'ultima pagina. Ridondante, stucchevole. Forse l'autore voleva stupire con le sequele di aggettivi e le minuziose descrizioni dei diversi stati patologici dei protagonisti, ma alla fine riesce solo a procurare noia, grandissima noia soporifera.
La trama di questo romanzo si snoda tra Parigi e Amsterdam, alla fine degli anni Ottanta nella capitale francese e tra il 1665 e 1667 in quella olandese. Due singolari e tragiche storie d'amore legate in qualche modo tra loro dalla passione per l'arte e da un'antenata di Rebecca, una studentessa che ritiene di avere individuato gli sconosciuti soggetti di un'antica opera d'arte. Al centro della vicenda un dipinto di Rembradt, la Sposa ebrea appunto, e un romanzo che uno scrittore fallito, Leo Gualtieri, intende scrivere sull'argomento. La trama si snoda tra una grande passione non ricambiata, un amore ambiguo e avversato tra un medico e la propria paziente e le frustrazioni artistiche e umane dei protagonisti. Un romanzo senza infamia e senza lode, a tratti doloroso, che non riesce quasi mai a decollare. Un finale deludente.
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