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Queste pagine del teologo francese Sesboué presentano un breve excursus storico sugli sviluppi della teologia dello Spirito Santo nella Chiesa: terza Persona della Trinità,la più enigmatica e incompresa,quella a cui meno si rivolgono i fedeli nelle loro preghiere. Il termine greco Pneuma è neutro,quello ebraico Rùah è femminile,Spiritus latino è maschile; molte sono le ambivalenze anche nelle sue rappresentazioni metaforiche: vento,acqua,fuoco,luce,potenza,soffio,colomba,dono, ecc. L'evangelista che ne parla più diffusamente è senz'altro Giovanni,indicandolo come "intercessore" comparabile a Gesù stesso. Eppure,riesce difficile definirlo come "persona",al pari del Padre e del Figlio: perché è senza volto e non parla,non rappresenta un Tu,ma rimane un Egli. Si manifesta sotto la forma di lingue di fuoco,come visualizzazione teofanica: tace, ma fa parlare gli uomini che ispira,gli apostoli,i profeti,i Padri della Chiesa. Non va cercato di fronte a noi,ma dentro di noi. "Deus intimior intimo meo",come scriveva Agostino: metapersona che agisce nella profondità del soggetto umano. Bernard Sesboué analizza la storia dello Spirito Santo nella tradizione ecclesiale antica (Atanasio,Basilio, Gregorio di Nazianzo fino a Cirillo) e nel medioevo,soprattutto soffermandosi sulla riflessione di Tommaso D'Aquino. Ma le pagine più interessanti risultano ovviamente quelle dedicate alla teologia recente,con la speculazione profonda di K.Rahner sulla presenza trascendentale dello Spirito, e di Von Balthasar,che indica nella Terza Persona "l'esegeta" di Dio e del Cristo, colui che non aggiunge nulla all'insegnamento divino, ma lo interpreta e lo fa comprendere. "E' libero e rende liberi", non va interpretato tanto nel suo "partire da" le altre due Persone, quanto nel suo "verso", nell'amore reciproco del Padre e del Figlio, che può essere colto solo nei suoi effetti. Ma la definizione più originale dello Spirito rimane proprio quella di Sesboué :"E' il nostro inconscio spirituale".
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