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Il mutualismo si sviluppa, nella seconda metà dell’800, senza un coordinamento o un’indicazione centrale che lo guidi ed è per questo che la sua storia va ricostruita su fonti locali. La ricerca che qui si presenta è uno studio bibliografico sugli ordinamenti del mutuo soccorso che, prendendo le mosse dalle Raccolte Piancastelli, ha scelto di concentrarsi sulla provincia storica di Forlì. Le vicende del mutualismo racchiudono un’esperienza di massa, nella quale alcuni lasciti della lunga tradizione solidaristica e comunitaria di confraternite e corporazioni si confondono con le nuove istanze legate alla civiltà liberale. Studiando gli statuti del mutuo soccorso, risulta quanto mai chiaro che il fenomeno giuridico è, prima di tutto, una emanazione della società e delle sue istituzioni. La rete dei sodalizi rappresenta, infatti, nella sua realtà istituzionale, un’espressione dell’autonomia della società rispetto allo Stato. Artigiani e operai, contadini e braccianti, ancora esclusi dal voto politico e amministrativo, divengono protagonisti della democrazia interna ai loro sodalizi, dai quali è bandita la politica (intesa come interesse particolare e come faziosità), ma non un forte e dichiarato impegno civico. Nei decenni postunitari, il mutuo soccorso al femminile conquista progressivamente spazio negli ordinamenti statutari, così come la lotta contro l’analfabetismo e i problemi del piccolo credito. A essere attentamente regolati, a norma di statuto, sono anche i riti delle feste popolari e le modalità dei funerali laici, mentre contro l’avanzata liberale e democratica si organizza, a partire dagli anni ’90, il mutualismo cattolico.
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