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Di quante immagini possiamo disporre di una città? Sicuramente tante e molteplici tutte però ancora concepite in uno spazio euclideo. Tali immagini testimoniano il tempo attraverso i caratteri che il luogo esprime nel momento presente. Ognuna di esse, comunque sia fatta è un frammento che, con altri, concorre alla nostra idea di città. In un mondo algoritmico siamo usi scomporre l'insieme in frammenti minuti per poi ricomporli in base a una sequenza che riteniamo ottimale. Nel momento attuale i sistemi assistiti, con i quali trattiamo tali frammenti, finiscono con elidere il tempo. E' il momento di chiedersi se fare qualcosa, o lasciare che il tempo lo faccia per noi. Qualora gli eventi cancellassero dalle immagini d'oggi, il tempo del nostro sentire, la città non avrà più un passato. Ritornare a figure diastratiche che dicano il cosa, suggerendo al contempo anche il come e il perché, è la sfida che la città oggi ci lancia.Claudio Umberto Comi, architetto e ricercatore universitario ha pubblicato per i tipi della Maggioli: La pratica del modello (2008) e, autoprodotto: Lezioni Zen (2000); DisegnoEdile(2001);Sul Paesaggio(2003).
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