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Anno edizione: 2015
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Dal 2004, con “Pausa caffè”, al 2018, con “Ipotesi di una sconfitta”, Giorgio Falco ha scritto libri straordinari sulla condizione di precarietà dei lavoratori di ultime generazioni. Questo libro uscito nel 2015 ha un’impronta più saggistica, senza però smettere di affidare alla scrittura, al montaggio, alle strategie stilistiche la riflessione storico-sociale. Si prenda il corsivo iniziale, una paginetta calibratissima, in cui viene tematizzata la parola-chiave che dà il titolo, “sottofondo”, e con una sequela di asserzioni difficilmente contestabili si mostra quanto sia invasivo, il sottofondo da radio commerciale che non ci fa sentire il destino comune, ci isola, toglie senso ai gesti che ci sembravano così personali e li annega nel suo flusso continuo. Il che è detto un po’ alla buona, se non lo si articola e scandisce come fa, appunto, Falco: e allora diventa persuasivo. E s’intende che non si tratta di persuadere gli altri senza persuadere se stessi, senza essere e diventare persuasi: ciò che si opponeva alla retorica nel grande libro di Michelstaedter cent’anni fa. I brani di vita e di riflessione evocati sono giocati tutti all’imperfetto (che naturalmente comporta anche dei correlati trapassati), dall’iniziale “Giocavamo” al rivelativo “Noi la pensione non l’avremmo avuta mai” con un futuro del passato/imperfetto: perché quello che avviene non accade, ma si inserisce in una durata che sarebbe ora di andare ad analizzare, nella sua composizione, nella sua genealogia, nella sua capacità di orientare i nostri destini; per capire quando abbiamo smesso a interrogarci sui destini generali. Tutto questo, raccontato con una ironia lieve, a evitare l’impotenza di troppa indignazione.
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