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romanzo di rara potenza icastica, una deriva esistenziale narrata con una scrittura mescalinica e allucinata. Di non facile lettura ma indispensabile.
"opera faustiana"..."oggi viene universalmente giudicato uno dei massimi romanzi del nostro secolo"...è quanto si legge sul retro della copertina. Sarà...ma anch'io ho avuto più volte la tentazione di abbandonare la lettura di questo libro che senz'altro manca di levità (non voglio dire che sia un mattone, ma insomma...). In un contesto di narrazione peraltro "classica" e carica di orpelli descrittivi ho trovato inoltre stridenti e di dubbio effetto certe immagini di ardita banalità ( una per tutte:"un tramonto al mercuriocromo"). Diverse pagine meritano comunque la fatica della lettura, non fosse altro, come scrive lo stesso Lowry, perchè "anche se cattiva, la poesia è sempre meglio della vita"
Semplicemente l'ho abbandonato (non e' da me abbandonare un libro).
Recensioni
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scheda di Voltolini, D., L'Indice 1998, n. 7
"Due catene di montagne tagliano la repubblica approssimativamente da nord a sud, formando tra loro tutta una serie di vallate e altopiani. Sovrastando una di queste valli, che è dominata da due vulcani, sorge, a duemila metri sul livello del mare, la città di Quauhnahuac". Ecco l'inizio di questo grande libro di Lowry che ha in sé talmente tanta forza e abbondanza narrativa da lasciarci ogni volta il sospetto che lo si sia sempre sottovalutato. Eppure non è così, è un romanzo della cui importanza non si dubita. Probabilmente si tratta di un'opera che eccede, o quantomeno non tollera, i limiti in cui lo stringono persino i giudizi più gloriosi. Forse" Sotto il vulcano" non è precisamente un libro da portare sotto l'ombrellone; tuttavia, siccome conosco persone che - con ragione - se lo portano appresso in ogni luogo, penso che l'ombrellone come caso particolare di luogo qualsiasi vada bene come tutti gli altri. Anzi, vada benissimo. Si entra e si esce a piacere nella narrazione di Lowry, come se nel panorama letterario successivo a Joyce (e al surrealismo) ogni coordinata fosse stata spazzata via, e soprattutto nell'opera di Lowry. Ma in aperto contrasto con questo dato, sottoscritto dallo stesso autore, si pone invece il centro di gravità del romanzo, vale a dire, nonostante tutto, la sua compattezza autobiografica.
La lotta disperata di un uomo che assiste alla disgregazione della sua vita in un paesaggio messicano deformato dagli effetti dell'alcol.
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