L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il miglior libro della Vargas fra quelli da me letti fin'ora. Il commissario Adamsberg è più Adamsberg e meno Vargas.... in questo libro l'Autrice racconta meno di se stessa e dà più spazio al racconto. Sempre più intrigante la figura del commissario!
Uno dei romanzi più belli della Vargas, Adamsberg in questo romanzo è più spalatore di nuvole del solito e la storia è estremamente avvincente. Mi è dispiaciuto aver finito il libro e questo mi succede poco spesso!!
Bello, bello, bello come pochi! Un thriller che ti prende dal primo capitolo e non ti lascia libero fino all'ultimo, lo consiglio vivamente insieme agli altri casi del commissario Adamsberg della Vargas.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Fred Vargas gioca le sue carte migliori in un romanzo di superba e classica architettura, che si snoda tra Parigi e il Québec coperto di neve. Per settimane ai primi posti delle classifiche in Francia, best-seller in Germania, questo libro ha consacrato la Vargas come la nuova regina del giallo.
Fino alla fine della sua caccia all’uomo, sedici anni prima, Adamsberg aveva allarmato a tal punto il Tridente con le sue accuse da indurlo a cambiare regione appena commesso l’omicidio, sfuggendogli così tra le dita. Adamsberg si domandava se anche da morto il giudice avesse conservato quel riflesso di prudenza.
Chi ama il giallo d’autore, quello che ti fa entrare non solo nella storia ma anche nei personaggi, che ti avvolge nella sua atmosfera, che ti fa leggere e leggere senza riuscire a fermarti perché devi, proprio devi, sapere come va a finire, non può non amare Sotto i venti di Nettuno.
L’idea è di quelle che possono essere “già sentite”: un vecchio caso rimasto nella memoria di un investigatore, che continua anno dopo anno a seguire le tracce di un possibile colpevole, scoprendone la scia lungo altri delitti, precedenti e successivi, che cova la frustrazione di non riuscire mai a raggiungerlo ma è convinto che prima o poi ce la farà a incastrarlo. Ma in questo caso c’è di più: c’è il coinvolgimento personale di Baptiste Adamsberg, il commissario di polizia del tredicesimo arrondissement di Parigi (già conosciuto dai lettori italiani in Parti in fretta e non tornare), che ha svolto anni di indagini per un motivo ben preciso: suo fratello è stato ritenuto colpevole dell’omicidio che ha, ovviamente, scatenato la sua attenzione.
Tutti gli sforzi di Adamsberg sono finalizzati a dimostrarne l’innocenza e per farlo parte dall’analisi attenta delle ferite riportate dalla ragazza, la vittima dell’omicidio: apparentemente tre profondi segni fatti con un punteruolo, ma in realtà forse la traccia di un’altra arma, un tridente di vago sapore nettuniano. La distanza tra questi tre segni è uno dei primi elementi che uniscono questo omicidio con altri, apparentemente commessi con le stesse modalità e che presentano le medesime tracce: un colpevole che non ricorda più nulla di ciò che è accaduto e lamenta un totale e incolmabile vuoto di memoria; una vittima con tre buchi sul ventre; un punteruolo come arma apparente del delitto, quasi sempre un punteruolo nuovo, sempre ritrovato. E dietro tutto ciò una figura misteriosa e affascinante, un vecchio giudice freddo, altero e burbero quanto intoccabile grazie al suo grande potere e la fama di uomo eticamente inattaccabile.
Sarà davvero lui quel Nettuno assassino dotato di tridente che Adamsberg rincorre da tanti, troppi anni? E riuscirà a dimostrare le sue tesi malgrado lo scetticismo giustificato che lo circonda, considerato poi che l’ultimo assassinio è avvenuto molti anni dopo la morte del giudice?
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore