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Anno edizione: 1988
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Ricorrendo,ancora una volta,alla tipologia letteraria del "giallo", Dürrenmatt denuncia gli orrori dei campi di sterminio,incarnati dalla figura di un sadico aguzzino (evidentemente ispirato al famigerato dottor Mengele), e l'indifferenza di una società,quella della ricca Svizzera, che vuole solo dimenticare.
Con poco più di 120 pagine Durrenmatt ci fa appassionare ai suoi personaggi ed entrare nel mezzo di una storia a dir poco inquietante. ll protagonista è il Commissario di Polizia Barlach, operante a Berna, ormai prossimo alla pensione e gravemente malato, al quale i medici hanno dato poco tempo da vivere. Basterà una foto per alimentare un sospetto e far sì che Barlach si metta sulle tracce di un medico, che operava nel campo di concentramento di Stuffoff vicino Danzica, senza anestesia, per sperimentare tutto il proprio sadismo. Il fatto che un uomo, sotto falso nome, abbia potuto svolgere in un campo di sterminio la sua sanguinaria attività, è terribile...ma che finita la guerra egli possa addirittura dirigere una clinica nell'opulenta e civile Svizzera, è un segno che ormai siamo proprio sull'orlo del baratro. Alla fine il dialogo tra il Commissario e il Medico rappresenta lo scontro tra il Bene e il Male; gli spunti di riflessione sono notevoli: l'Uomo, la Vita, la Giustizia.... e Durrenmatt usando il modulo narrativo del giallo intriso di noir, conclude che una giustizia perfetta è impossibile e che alla bisogna un pizzico di surreale può essere d'aiuto. Il libro esce nel 1953, gli echi della Guerra ancora si fanno sentire...anche se l'Uomo dimentica, forse per sua natura...ma i fantasmi rimangono e non a caso D. parte da una tragedia ancora tutta da ricucire per l'Europa e l'intero mondo: quella dei campi di concentramento, quando ancora la caccia ai criminali nazisti doveva cominciare e ciò dimostra quanto la questione fosse cara a D. molto prima dei vari Wiesenthal. Ben scritto, comprensibile a tutti, lo stile è privo di orpelli stilistici inutili e farriginosi; la trama è essenziale,come piace a noi e non si dilunga su cose inutili. Il libro è interessante e merita davvero di essere letto. Ne uscirebbe fuori un bel film,anche se a suo tempo,(1972) Daniele D'Anza lo propose in due puntate trasmesse dalla Rai con Adolfo Celi nel ruolo del medico sad
Buon libro giallo in cui Durrenmatt ci suggerisce come il male sia profondamente radicato anche nella apparentemente innocente societa' svizzera.Societa' opulenta e che per questo agli occhi dell'Autore appare gia' toccata da peccato originale.In una societa' improntata e votata solo all'affarismo si inserisce la figura del medico criminale che incarna colui che fa scientemente il male e se ne vanta in quanto ha operato almeno una scelta la quale il cittadino medio industrioso non ha ancora fatto,tutto preso dal guadagnar denaro.Ed ecco che l'Autore al di la' della trama gialla comunque interressante ci invia un messaggio di critica della societa' capitalista.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il sospetto fa parte di quei romanzi di Dürrenmatt in cui una maliziosa e maligna impalcatura "gialla" finisce per negare se stessa e per mettere piuttosto a nudo le orrende magagne e falsità di cui è fatto l'animale uomo. Questo romanzo "dagli allucinanti specchietti filosofici" (come lo ha definito Italo Alighiero Chiusano) ha come protagonista l'ispettore della polizia di Berna, Hans Baerlach. Egli si trova a discutere con il medico Samuel Hungertobel, suo amico, sui delitti atroci di cui si sono resi responsabili i nazisti nei campi di concentramento. L'occasione è una fotografia della rivista "Life": ritrae un medico, il dr. Nehle, mentre opera senza narcosi solo per soddisfare il suo sadismo. Hungertobel osserva, quasi per caso, una strana rassomiglianza di Nehle con il dr. Emmenberger, che esercita la professione di chirurgo in una clinica di Zurigo. Baerlach, gravemente ammalato, vuole concludere la carriera con una indagine memorabile, perché, quasi d'istinto, intuisce che fra Nehle e Emmenberger esiste un rapporto diretto, oscuro e conturbante... Un giallo psicologico perfetto che è fondato sulle stesse qualità dell'ispettore Baerlach quando dice: "Vedrai, la nostra arte è un misto di matematica e di fantasia".
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