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La sorella di Katia è la protagonista di questo singolare romanzo di formazione, scritto dal giovanissimo Andrés Barba (1975), narratore e insegnante universitario madrileno alla sua prima pubblicazione qui da noi. Una protagonista, tuttavia, non dotata del diritto di parola ma solo del filtro di due occhi adolescenti che si spalancano sul mondo con una semplicità e un'ingenuità che ce lo restituiscono così com'è, senza alcun giudizio morale, anche quando la realtà che lo compone è delle più sordide che si possano immaginare. Una protagonista anonima, il suo nome infatti non viene mai rivelato, e la cui anonimia è incessantemente accentuata dalla scelta di condurre la narrazione in terza persona. Eppure, è proprio la sorella di Katia ad avere la missione di redimere o, quanto meno, di alleggerire le vite delle altre tre donne che si muovono attorno a lei: la madre, che da anni si prostituisce nelle strade di Madrid, la nonna, che pulisce i bagni in una piscina di Malaga e comincia ormai a perdere colpi, e l'adorata Katia, già spogliarellista a diciotto anni e l'unica a concedere un po' d'affetto alla sorella. Un mondo matriarcale dove alla ragazzina non viene offerto il minimo esempio positivo né uno straccio di stimolo su cui poter costruire la propria vita. E ciononostante, tutto questo risulta irrilevante per lei, che ha lasciato la scuola senza che nessuno si preoccupasse di indagare il perché, che ha come unica occupazione quella di mandare avanti la casa e ascoltare i tormenti di ogni membro della sua bistrattata famiglia, oltre a compiere quotidianamente il rito quasi sacro di osservare i turisti che popolano plaza Mayor e indovinarne vite, costumi, emozioni, sognando di conoscerli e ascoltare i loro esotici racconti. Il flusso narrativo è lineare, fatta eccezione per i diversi monologhi che l'autore inserisce qua e là nel romanzo ampliandone la prospettiva, dando voce alle tre donne della storia, ma mai alla protagonista, condannata a tenere per sé i propri turbamenti, le proprie scoperte e sofferenze. È un'ascoltatrice muta eppure così determinante per le vite altrui, vite che ricalca grottescamente senza poter discernere se quel modo di agire sia giusto o meno. Ed è proprio il modo peculiare in cui la sorella di Katia vede la vita a costituire il punto di forza del libro. Una prospettiva che coinvolge il lettore fino all'ultima pagina, senza lasciare spazio a patetismi o commiserazioni, ma costringendo a cambiare il proprio modo di guardare e ascoltare, attraverso una prosa elegante e cruda al tempo stesso, in grado di individuare in una realtà tanto ingrata persino uno spiraglio di poesia.
Natalia Cancellieri
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