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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Il libro definitivo su uno dei mali inarrestabili del nostro tempo: la solitudine.
Da decenni la sociologia e le scienze umane analizzano il progressivo disgregarsi dei legami e delle relazioni. Non stupisce dunque che la solitudine sia considerata una delle maggiori insidie della nostra epoca. Media e opinione pubblica la descrivono come un morbo da combattere. Governi e istituzioni per la salute pubblica si sono mobilitati. In pochi, però, sottolineano che la situazione contemporanea è il frutto di una precisa evoluzione storica. Mattia Ferraresi indaga con straordinaria lucidità le radici di questo fenomeno. E illumina il colossale paradosso che lo ha generato: lo scardinamento delle connessioni profonde con l'altro è, infatti, al cuore del progetto di emancipazione della modernità. Proprio il modello liberale ha posto le basi per una società fatta di soggetti che hanno scelto la solitudine quale via maestra verso l'autocompimento. Nel divincolarsi dalle autorità, dalle gerarchie e dalle costrizioni tradizionali che lo opprimevano, l'uomo moderno si è cosí ritrovato solo. Il suo ideale di liberazione si è trasformato, oggi, in una prigionia.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ottimo, piacevole e scorrevole libro che getta luce sul fenomeno della solitudine a partire dal concetto di individualismo e di libertà. Dopo un primo capitolo introduttivo che cerca di fotografare e mostrare come si presenta la solitudine (definita come una vera e propria epidemia), il libro procede andando ad indagarne la nascita e lo sviluppo, per poi chiudersi con un tentativo di risposta riscoprendo forme di religiosità che diano nuovo senso all'esistenza. Ferraresi scrive in modo mai banale ma nemmeno accademico o inaccessibile, anzi supporta il discorso citando molti altri autori ed opere. In questo senso, il libro può anche essere visto come punto di partenza per svariate altre tematiche. Consigliato!
Un libro interessante, abbastanza esauriente e convincente. Tratta un argomento di attualità, accentuato anche dal distanziamento sociale imposto in questi giorni dall'epidemia di coronavirus. L'esaltazione dell'individuo, il rifiuto di tutti i dogmi, l'indebolimento delle autorità, la crisi delle famiglie, l'invecchiamento delle persone, la ricerca ossessiva della libertà unite all'uso compulsivo della rete Internet hanno lasciato le persone sempre più sole, deboli, isolate, prigioniere di se stesse e dei loro inutili "social". La socialità, quella vera, è un'altra cosa ed è importante. L'isolamento forzato di questi giorni lo sta dimostrando: gli studenti vogliono tornare a scuola, gli impiegati nei loro uffici. Forse non tutto è perduto!
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