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Non capita quasi mai di chiedersi nella vita di tutti i giorni da dove provengano o come siano nate le unità di misura, che noi utilizziamo quotidianamente in molte azioni comuni, senza nemmeno rendercene conto: fare la spesa, comprare un abito di tagli 48, fare il pieno di benzina. Eppure il sistema metrico-decimale, che noi usiamo con la naturalezza di chi lo utilizza da sempre, non è stato sempre il sistema ponderale in uso in Europa e nel resto del mondo, sebbene esso sia in campo internazionale riconosciuto e adottato da quasi tutti i paesi con qualche eccezione. Prima dell’introduzione del sistema metrico-decimale, la quale fu favorita anche dalla sua scientificità, in Europa erano in uso sistemi ponderali “a misura d’uomo” (il piede, il palmo, il rotolo, la canna, ecc.), ma che di fatto erano sistemi di numeri complessi. Per spiegarci meglio: il palmo, unità di misura di lunghezza corrisponde a 12 oncie (sottomultiplo), mentre il miglio, multiplo del palmo, corrisponde a 5760 palmi, tralasciando però tutti gli altri multipli e sottomultipli. I sistemi ponderali di antico regime sono particolarmente interessanti, perché possiedono una forte connotazione sociale e politica e sono misura dei rapporti «che intercorrono tra ceti e delle regole di funzionamento di un mercato». Per questo motivo le riforme di tali sistemi in età moderna indicano la «attivazione dei processi politico-istituzionali di transizione, che caratterizzano gli Stati di antico regime nella fase che porterà ai nuovi equilibri ottocenteschi». In Stessa misura, stesso peso, stesso nome di Antonino Giuffrida, docente di storia moderna all’università di Palermo, oltre ad essere descritto il sistema ponderale siciliano di antico regime, si analizzano le vicende storico-istituzionali di due importanti riforme del sistema ponderale nel 1601 e nel 1809 avvenute nel regno di Sicilia, fino all’introduzione del sistema metrico-decimale con l’unità d’Italia.
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