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Mi chiedo quale sia questo sogno europeo,quando in Italia ogmuno pensa a se,e chiedendo in giro tutti maledicono l'euro e i guai che ha portato,avendo coniato uno stato fantasma, e battuto una moneta di fantasia che dal primo giorno ha sminuito il potere di acquisto della lira.Poi ,con Hollande e la Merkel che fanno i propri interessi e Monti che fa quello delle banche-altro che Salva Italia-,imprenditori che si suicidano perche' non hanno liquisita per gli operai e i materiali,questa folla che ha dimenticato che i continenti son 5 ma tutti vengono nel Bel Paese riempiendo le carceri di Rom e zingari.Proprio un sogno!
Ottimo libro, anche se con la solita pecca (dopo averne letti 4, ritengo che sia oramai un marchio di fabbrica) di Rifkin: a fronte di analisi condivisibili, supportate da dati e mai banali, spara sempre una conclusione troppo utopistica e - credo - distante dalla realtà. Nella fattispecie, molto di ciò che Rifkin chiama "attenzione all'ambiente", "pensiero sistemico" e "coinvolgimento nelle relazioni esistenti vs individualismo USA", io lo tradurrei con "demagogia", "finanziamenti e burocratizzazione dell'intero sistema Europa" e "trionfo della raccomandazione". Solo che chiamati così non supportano più l'analisi dell'autore.
Analizzando le comuni radici storiche di europei e statunitensi, e poi le diverse strade che hanno seguito, l'autore "svela" le mentalità dei due popoli; proseguendo poi nella storia, arriva ai tempi nostri, e alle sfide che ci troviamo di fronte (e questa è una parte molto ampia del libro, chè l'autore non si limita in realtà ad esporre il "sogno europeo" ma vuole a tutti i costi inserirlo nel contesto di ciò che sta accadendo ora al nostro mondo, il che potrebbe rendere il libro in certi suoi passaggi noioso per chi abbia già una certa conoscenza dei problemi ambientali et similia); confronta i metodi seguiti nelle due sponde dell'Atlantico finora e i risultati ottenuti, mostrando fra l'altro che gli USA non sono così ricchi come si potrebbe pensare e l'occupazione non è così alta (tanto che mi chiedo che libro abbia letto antonio: forse prima di commentare un libro bisognerebbe avere la decenza di comprendere ciò che vi è scritto...); mostra come le due mentalità, i due "Sogni" (e anche qui breve storia della formazione dell'UE) - possono affrontare le nuove sfide (naturalmente concludendo ad ogni piè sospinto che gli europei sono più avanti, anche se infine per fortuna tempera gli entusiasmi rivelandone anche i difetti); indica infine la strada per entrambi. In definitiva, un ottimo libro, che vale davvero al pena di leggere per via dell'acume di Rifkin, di cui mi capita spesso di apprezzare vari articoli sulla politica globale.
Recensioni
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Mentre il "Sogno americano" viene associato principalmente al benessere materiale individuale, vi è oggi, secondo Rifkin, un "Sogno europeo", incentrato sulle relazioni comunitarie, sull'accettazione delle diversità culturali e sull'idea di uno sviluppo sostenibile. L'Europa ha in tal modo recepito il "relativismo postmodernista", mentre gli Stati Uniti d'America restano ancorati alla difesa della propria identità. I padri pellegrini si consideravano il nuovo "popolo eletto" e vedevano nella terra in cui si erano trasferiti il nuovo Israele. Si è sviluppato così, fin dalle origini della storia statunitense, un legame per molti versi "religioso" tra popolo e patria. Per questo, mentre l'Europa è alla ricerca della pacifica convivenza con il resto del mondo, l'America non esita, di fronte a eventuali minacce (Iraq, Iran, Corea del Nord), a parlare, con linguaggio religioso, di una lotta del Bene contro il Male. La contrapposizione proposta da Rifkin tra la mentalità europea e quella americana ricorda molto da vicino lo schema adoperato dai neoconservatori alla Robert Kagan (portatori, in fondo, di una versione secolarizzata della "teologia americana"): da un lato vi è l'Europa, relativista e postmoderna, dall'altro gli Stati Uniti, pronti invece a respingere ogni eventuale minaccia alla propria integrità culturale e politica. Ma l'esito, chiaramente, è di segno opposto.
Giovanni Borgognone
Europa e America: due storie, due culture, due modi di vivere diversi ma da sempre strettamente legati. Jeremy Rifkin, già autore di libri dedicati a grandi argomenti di attualità, tra cui i più recenti L'era dell'accesso ed Economia all'idrogeno, affronta in questo suo nuovo saggio il tema del grande Sogno americano e del suo tramonto. Partendo dalla considerazione che lo spirito americano, un tempo idealizzato e invidiato dal mondo intero, stia oggi vivendo un momento di declino, il pensatore statunitense ne compie un'analisi attenta, confrontandolo con un sogno emergente ma molto diverso: quello europeo. "Germogliato al crocevia fra la postmodernità e l'emergente era globale", il Sogno europeo, è una speranza per il futuro, "rappresenta il ponte che può colmare la distanza fra due epoche". Indagando nella storia culturale, scientifica e artistica dell'Europa, Rifkin individua le radici di questo sogno nel lungo processo di riflessione critica sui concetti fondamentali dell'epoca moderna, che invece in America sono stati eletti a valori assoluti, come individualismo, Stato-nazione, libero mercato. L'Europa infatti promuove lo sviluppo sostenibile, l'integrazione sociale e la responsabilità collettiva tanto quanto l'America privilegia la ricchezza individuale, crescita economica illimitata, la difesa degli interessi privati. I cittadini europei, sostiene inoltre Rifkin, godono di maggiore protezione sociale, di più tempo libero, di una più lunga aspettativa di vita; i tassi di povertà e criminalità in Europa sono meno elevati e anche l'economia del Vecchio continente ha recentemente guadagnato terreno nei confronti di quella d'oltreoceano. Tutto ciò porta Rifkin a sostenere che l'Europa rappresenti un'alternativa vincente all'ormai appannata utopia americana.
Ben documentato, scorrevole e puntuale nella presentazione delle sue teorie, Il sogno europeo è una lettura che si rivolge a tutti coloro che cercano nuovi spunti di riflessione per la comprensione di un periodo cruciale come quello che stiamo vivendo.
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