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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2016
Quello del rapporto fra Terzo Reich e società tedesca è un tema che sebbene già diffusamente battuto sembra poter ricevere con il volume di Ayçoberry professore emerito a Strasburgo una risposta di grande interesse anche perché positivamente più improntata alle dinamiche fra classi funzioni sociali spazio civico che non come di consueto alla psicologia dei cittadini tedeschi negli anni di Hitler. Anni nei quali Ayçoberry evidenzia come le élites sociali si contraddistinguessero per una marcata "inerzia". Senza contare che i nazisti stimolavano le discordie interne alle classi ostili per dividerle; in particolare il rapporto con gli Junker restò sempre problematico. Ma la Gleichschaltung (uniformazione sociale) venne condotta con implacabile durezza con l'infernale meccanismo della delazione da un lato e l'epurazione permanente dall'altro. A ciò si aggiunga la tendenza di non pochi a vedere in Hitler accorto nel non esporsi troppo su problemi concreti il nazista "buono" contrapposto al soffocante apparato burocratico poliziesco e partitico – fenomeno tipico dei regimi dispotici. La resistenza non assunse mai dimensioni rilevanti. Così come in Italia i religiosi in linea di massima non vi furono presenti; socialisti e comunisti invece sì ma pagarono cara la loro ostinata dignità. A parte questo i due elementi che con maggior forza emergono da queste pagine sono l'evoluzione ideologica del regime in relazione agli ostacoli incontrati e la conferma delle difficoltà che comporta la realizzazione di ogni progetto totalitario possibile solo negli stati moderni ma proprio per questo estremamente arduo da portare a compimento.
Daniele Rocca
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