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Recensione del libro letto a luglio 2018 “Lo smemorato di Collegno”, scritto dall’autore Luciano Sartori, è un romanzo che rievoca una pagina della storia di Collegno. Nell’anno 1926 un uomo sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale, varcò la soglia dell’ingresso dell’ex manicomio di Collegno, visibilmente alienato, sconvolto nella mente, disorientato e privo di memoria. Sostò in esso fino a quando Giulia Canella, sua sposa, che seppe attenderlo fedelmente per undici anni, non riconobbe in lui il proprio consorte. Questa vicenda controversa colmò le pagine dei giornali dell'epoca, in un’Italia fascista, facendo parlare di sé ancora oggi. Secondo la moglie l’uomo, colpito da grave amnesia, era il Professore Giulio Canella, un filosofo cattolico padovano, mentre secondo la Polizia, che indagò sul caso, era Mario Bruneri, un tipografo, torinese latitante, con tre mandati di cattura. Sebbene tutte le prove e le ricerche effettuate lo identificassero come il professore di filosofia, riconosciuto da Giulia Canella, la Polizia fascista, che cercava da tempo il delinquente Bruneri, decise che lo smemorato di Collegno era proprio la persona da loro cercata. Nonostante le battaglie legali dell’amata moglie, il pover’uomo fu incarcerato e sottratto nuovamente alla famiglia per un lungo periodo. Grazie ad un’amnistia riuscì a tornare a casa propria ma con il cognome di Bruneri e non con il proprio di Canella. A quel punto la dolcissima Giulia, donna determinata e coraggiosa, che continuava ad amare il proprio consorte, nonostante tutto, decise di abbandonare l’Italia e di seguire il marito in esilio, in Brasile, insieme ai loro figli, dove morirono entrambi. Il libro è ricco di grandi risvolti umani, che fanno riflettere sui temi degli ex manicomi e sull’arroganza fascista del Duce, che negò la serenità familiare di un uomo innocente. Recensione del libro letto a luglio 2018 “Lo smemorato di Collegno”, scritto dall’autore Luciano Sartori, è un romanzo che rievoca una pagi
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