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Quale è stato il momento in cui si è spezzato il rapporto di fiducia fra i cittadini e i media? Come sono fatti i contratti giornalistici? Quanto viene pagato un giornalista oggi? E per fare cosa?
Uno dei problemi dell’informazione oggi è l’ossessione per la quantità e per la velocità, la convinzione che il giornalismo debba competere con i social. Un altro modello di business: tanta attenzione per gli inserzionisti pubblicitari, poca per i lettori. Il mantra del “fare tanti click sul sito”, la monetizzazione a ogni costo con la pubblicità, la convinzione che nessuno sia disposto a pagare per il giornalismo digitale hanno contribuito a erodere gli spazi di crescita. A partire da queste considerazioni e guardando, fra l’altro, alla lezione del professor Peter Laufer, autore di Slow News – Manifesto per un consumo critico dell’informazione, e a esperienze locali, nazionali e internazionali, questo libro fa un tentativo: quello di andare oltre la semplice critica. Slow Journalism cerca di proporre soluzioni. Daniele Nalbone e Alberto Puliafito hanno una lunga esperienza nel giornalismo tradizionale e soprattutto in quello digitale, condividono una visione del mestiere – e forse anche del modo in cui ci si dovrebbe approcciare al lavoro e alla vita – che li ha portati a indagare su questo tema. Un libro cruciale sia per gli addetti ai lavori sia – soprattutto – per i lettori.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Cos'è diventato il giornalismo al giorno d'oggi? È solo colpa dell'avvento di internet? Oppure le colpe vanno equamente distribuite tra i nuovi e i vecchi mass media e i loro fruitori che ad oggi tramite i social condividono un sacco di nuove notizie sui loro profili? (Spesso senza verificare la veridicità delle fonti, tra l'altro) Il saggio di Daniele Nalbone e Alberto Puliafito fa un'analisi critica lucida e chiara (non si tratta affatto di un testo per soli addetti ai lavori) sulla situazione attuale dell'informazione, che si trova a un crocevia per il proprio futuro. Pone accenti su tante tematiche, dai freelance sottopagati a pochi spiccioli al pezzo al fenomeno delle fake news analizzando poi l'andamento del mercato con l'avvento della rete e di come l'essere totalmente naive a questo meraviglioso (e potenzialmente pericoloso) mezzo di comunicazione abbia fatto abbassare la qualità della notizia, per lo più gratuita, in funzione del titolo da clicbait e dei banner pubblicitario che sovvenziona la testata. Tocca fare un repulisti di cattive norme di condivisione delle notizie nonché un nuovo approccio al mezzo di diffusione delle notizie, ripartendo, come da titolo, dallo "Slow Journalism". C'è ancora futuro per la corretta l'informazione, e l'impegno deve venire da tutti!
Un saggio davvero interessante che si propone di indagare le cause che hanno portato alla grave situazione odierna della stampa italiana e, soprattutto, di proporre delle soluzioni concrete. Edizione molto curata che fa riferimento a tante testate e riporta molti esempi. Utile per chi crede ancora nel mondo dell'informazione, ma riconosce che ci sia bisogno di un approccio diverso.
Recensioni
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