Un ragazzo 23enne, che sembra un Bob Dylan adolescente, un falegname part-time ossessionato dalla storia del rock’n’roll americano, che si esprime attraverso una poesia ironica e una particolare inclinazione al country-roots. Nel suo mondo musicale le intime ballate assumono un tocco decisamente stravagante; il caldo suono del piano Rhodes è facilmente affiancato da dolci vibrati, un disinvolto stile crooner e influenze dei Flying Burrito Brothers e di Bill Callahan, il tutto assimilato in modo semplice e unico. Originario della città balneare di Torquay, a sud di Melbourne, Gorman si immerse nella musica di Townes Van Zandt, Willie Nelson, e Hank Williams, prima di trasferirsi e unirsi ad un gruppo di musicisti della scena alt-rock di Melbourne. Una di loro era la cantautrice Courtney Barnett - recentemente diventata famosa con il suo album di debutto; potreste aver notato Fraser nel video di Courtney “Avant Gardener” oppure sul palco ad aprire i suoi recenti concerti – che lo ha immediatamente invitato a fare parte della sua famigerata Milk! Records, diventando rapidamente ottimi amici. Come Courtney, canta canzoni apparentemente indolenti e decadenti che sono tanto belle quanto graffianti ma che contribuiscono a plasmare il suo percorso unico che porta a paragoni con moderni eroi folk come Cass Mccombs e alcuni degli idoli della sua infanzia. Nel suo album di debutto Gorman costruisce, sulla promessa di quei singoli precedenti, una raccolta di sinceri, divertenti, contagiosi brani fatti su misura per le afose notti d’estate e le prime ore del mattino. Gorman è un artista che entra in diretto contatto con il suo pubblico, dandogli risate e lacrime, parole di saggezza precoce e incoscienza e spensieratezza adolescenziale, splendidi testi e scottanti riff. ‘Book Of Love’ è una nuova versione distorta di 'Lets Get It On' di Marvin Gaye. Mentre ‘Shiny Gun’, interpretata in stile Woody Guthrie, dipinge immagini romantiche sui cori di sottofondo. ‘Broken Hands’ mette in contrasto oscurità e preoccupazione, con risultati ugualmente edificanti. Nell’armonica di 'Blossom & Snow' ci si sente intrappolati nella perplessità cosmica di Fraser. E’ un mondo ironico, squilibrato, ma sexy e magnificamente organizzato e in questo modo stranamente colpisce, pieno di quell’arte senza tempo di fare canzoni e di un country fuorilegge.
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