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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2018
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Uno dei lavori più deludenti di Stephen King.
Una noia terribile, ho continuato a leggerlo sperando che accadesse qualcosa, dopo 200-300 pagine la mia speranza ha cominciato a vacillare. Tuttavia ormai avevo letto troppo per non portarlo a termine, è stata davvero dura leggere tutte le 650 pagine da cui è composto. Una storia che potrebbe venire raccontata abbondantemente utilizzando un terzo delle pagine, senza suspence e quasi senza senso (se ne ha uno lo perdi a causa della prolissità inutile).
Fra i più brutti di King (ma poi chi lo ha scritto davvero, il padre o il figlio?). La storia è narrata in maniera lenta, tante pagine e capitoletti solo per allungare il brodo senza creare suspense ma solo noia, infatti ho saltato diversi passaggi senza per ciò perdere il filo della trama. L'evento clou è raccontato in maniera macchinosa, di fatto non succede nulla! Questo non è il King che conosciamo.
Recensioni
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“Ree chiese a Janette se aveva mai notato il rettangolo di luce della finestra. Janette rispose di no. Ree era sulla branda di sopra, Janette su quella di sotto. Aspettavano l’ora dell’apertura delle porte per la colazione.
Era un mattino come gli altri.”
Si entra a Dooling, West Virginia, non proprio dalla porta principale… ma dal carcere.
Non un carcere qualunque, un carcere femminile la cui costruzione ha rappresentato per la piccola cittadina americana una fortuna considerevole: lavoro e benessere.
In un attimo, poi, ci ritroviamo a pochi chilometri da quel “rettangolo di luce” fuori dalle mura del penitenziario e il panorama che ci circonda è quello della regione dei monti Appalachi: montagne e foreste magnifiche, una piccola cittadina, una bella casa con tanto di piscina.
È la casa dei Norcross; il dottor Clinton Norcross, responsabile psichiatrico del carcere, e Lila Norcross, Sceriffo di Dooling.
Lui rinuncia con sollievo alle difficoltà e agli imbarazzi di una carriera da libero professionista non appena si presenta l’occasione di un lavoro più stabile al carcere; in fondo prestare assistenza a chi effettivamente ne ha bisogno non deve essergli sembrata una cattiva idea. Prostitute, assassine, ladre o spacciatrici: se ci pensiamo bene sono tra i soggetti che più hanno diritto di avere un supporto psichiatrico.
Lei è uno Sceriffo, con tanti anni di esperienza nelle forze dell’ordine; una bella donna capace di far girare la testa agli uomini che incontra… iniziando proprio dall’addetto alla manutenzione della piscina di casa.
L’ingresso a Dooling è facile perché leggera, facile e scorrevole è la scrittura dei King, padre e figlio. Sembra quasi che vogliano raccontarci la storia di una piccola, ridente cittadina, fino a che non suona il telefono dell’ufficio dello Sceriffo e una donna a gran voce chiede l’intervento della polizia per un duplice omicidio, commesso da una “puttana qualunque”.
Inizia così la “favola nera”, che ha come protagonista una misteriosa donna circondata da falene.
Le donne di Dooling cadono in un sonno inspiegabile.
Gli uomini restano svegli, ma vivranno un incubo reale.
Stephen King è probabilmente l’autore di thriller più letto in tutto il mondo, senza dubbio il più conosciuto. Ha scritto romanzi e racconti che hanno ispirato numerosi registi che hanno poi realizzato film indimenticabili: Shining, Misery non deve morire, Il miglio verde, Le ali della libertà, L’ultima eclisse… un elenco infinito.
Owen King è il suo figlio terzogenito già autore di una raccolta di racconti e di un romanzo, “Double feature”, premiato con il John Gardner Book Prize.
Insieme scrivono con uno stile coinvolgente che sa trascinare nel loro racconto anche il lettore non appassionato del genere: quattro mani che sembrano due; ed è il tocco fantasy di Owen a dare un taglio speciale alla “favola nera” e a trasformare una tranquilla cittadina in un mondo surreale e inquietante.
Maria Josè Castelli
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