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La città contemporanea è stata oggetto, in questi anni, di una letteratura vasta, spesso banalmente ripetitiva a dispetto della marcata invenzione terminologica.Le tante città di cui abbiamo letto, di quarzo, di latta, di flussi, di tessuti porosi e di nicchie, rappresentano quasi sempre drastiche semplificazioni dei problemi che l'abitare contemporaneo pone.È su queste semplificazioni che ci si trova a riflettere leggendo Skyline.Il testo costituisce una piacevole eccezione per la qualità delle ipotesi sollevate e per i riferimenti ampi e coerenti, capaci di restituire le ossessioni, le curiosità e gli interessi dell'autore, storico dell'arte di cui ricordiamo l'importante studio L'origine della prospettiva, tradotto da Guida nel 1992. Negli scritti raccolti in questo volume (esercitazioni, tiene a ribadire Damisch, non saggi), l'intenzione è quella di dire alcune cose attorno a luoghi fisici dell'abitare contemporaneo che hanno funzionato da scena per la messa a punto di una teoria o, più semplicemente, di una riflessione. "Habitat del pensiero", ritrovati nel labirinto, nella città, nel museo, nell'America, luogo per eccellenza, cui è dedicata l'intera seconda parte: una mirabile ricostruzione di quel "gioco a rimpiattino" che ne ha fatto la scena della modernità, grazie anche all'imprevedibile e spesso trascurato innesto di parte della cultura europea. Cristina Bianchetti
scheda di Bianchetti, C. L'Indice del 1999, n. 03
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