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Finalmente un libro che vuole occuparsi di una pagina volutamente ignorata della storia di questa Repubblica: la morte (o meglio: l'omicidio) di un operatore tra i più importanti, tra i più segreti e tra i più introdotti in quella che viene definita "la zona grigia". Un'inchiesta minuziosa, ostinata e coraggiosa, che porta alla luce trame scomode, tutt'altro che note e senza dubbio inconfessabili, tra gli apparati meno pubblici di uno "Stato" che prima ancora di mentire al proprio Governo ed a i propri cittadini, si nasconde, svicola e cerca di apparire inesistente agli occhi dell'opinione pubblica. Vincenzo Li Causi? Un agente misteriosissimo, che si muoveva tra uno strato e l'altro di questa oscura e segreta matassa, tra Gladio ed il SISMI, tra lo Stato e (pare) la Mafia, talvolta tessendo fili che ne univano alcune maglie, nell'ambito di interessi inconfessabili e di collaborazioni inaccettabili agli occhi del cittadino, ignaro ed ingenuo. Una morte, la sua, provvidenziale per alcuni, che è da subito stata liquidata velocemente e proficuamente come sfortunata, casuale ed inevitabile in un paese in guerra. Ma c'è molto altro. Una vittima o un carnefice? Un eroe positivo o (segretamente) negativo? A parer mio, un servitore dello Stato tradito; un martire di un sistema corrotto fin dalle basi, che non poteva lasciarlo libero in virtù di tutto ciò che sapeva. Un brillante soldato, un valido operatore, riconosciuto da tutti per le sue capacità e la sua dedizione, ma che proprio per questo, probabilmente, sentiva dentro di sé il dovere di far sapere quale fosse la verità dietro la presenza del nostro paese in una terra tanto lontana come il Corno d'Africa, da dove, a detta di un altro operatore, "Non ce ne siamo mai andati". Un libro importante per chi vuole capire quanto questo Stato criminale e mafioso ci abbia preso in giro e tenuti all'oscuro di quanto accade veramente in patria e all'estero. Certo: se vi va di saperlo...
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