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Come tirare fuori un reportage di viaggio da una crociera di 12 giorni? Ce lo dimostra Laura Leonelli con questo libro: lavorando molto di fantasia e pescando a casaccio nell'immensa letteratura sulla Siberia; così l'autrice, dopo un'ora di viaggio, è già capace di tracciare un profondo ritratto del continente. Il risultato è stucchevole sin dalle prime pagine e nel complesso risulta pretstuoso e superficiale. Da evitare. Sullo stesso argomento, molto meglio l'ottimo "In Siberia" di Colin Thubron o il recente "...e da Mosca è tutto" di Anna Zafesova.
dovrebbe essere un libro che racconta di un viaggio assai particolare, non lo è: è prevalentemente un delirio sentimentale sulla figlia dell'autrice. Scritto maluccio: non ha nè un taglio letterario, nè giornalistico.Francamente è una lettura inessenziale. Se volete leggere qualcosa di veramente buono su questa parte del mondo leggete Siberia di C. Thubron (è anche in edizione economica) siamo ai livelli di B. Chatwin.
Libro costruito attorno ad una crociera di qualche giorno lungo un fiume siberiano. Più che un libro su un'esperienza di viaggio sembra un libro sulla storia della Siberia, con l'aggiunta di descrizioni ambientali. Ponderosa bibliografia finale mentre al testo non è stato fornito un adeguato supporto redazionale. Il lettore s'imbatte per ben 2 volte nella stessa pagina in Vernes (che dovrebbe essere Jules Verne) e in 2 didascalie delle fotografie con generici "fiori bianchi" anziché nel più appropriato termine di eriofori. La parte fotografica non è molto dissimile dalle foto ai giardinetti pubblici di quartiere: molte foto della figlia dell'autrice con cappottini di colore diverso. Giudizio finale: libro noiosissimo, da usare nelle notti d'insonnia.
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