L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Siamo Palermo: ovvero siamo fatti della stessa pasta di cui è fatta questa città. Simonetta Agnello Hornby e Mimmo Cuticchio si sono incontrati in anni recenti, ne è nata un'amicizia, ne è nata un'intesa che ha destato la visione a due voci di Palermo, Capitale italiana della Cultura 2018.
«Vedo e sento, e in quel sentire c’è il mio viaggio dentro il mondo, dato che Palermo, in quel caso, è propriamente il mondo, il mondo quando si rivela come destino.» Simonetta Agnello Hornby
«Dai miei primi anni le sirene hanno finito per annunciarmi la città, hanno mescolato il mare e la terra, e non smettono di sorridermi, e di essere la visione che mi fa entrare nella mia Palermo. Magia. Incanto. Miracolo.» Mimmo Cuticchio
Simonetta e Mimmo raccontano e si raccontano, obbedendo al fascinoso labirinto che storia e memoria disegnano per loro. Ecco allora la Palermo della guerra, la Palermo vista dal mare e attraverso le trasparenze delle acque dolci che ancora la attraversavano, la Palermo della ricostruzione selvaggia, la Palermo dei morti per mafia. Ecco i vicoli della "munnizza", i palazzi nobiliari, le statue del Serpotta, magnifiche e sensuali, le prostitute (la bionda Nicoletta che faceva sollevare le pietre sulle quali camminava), il cuntista che fa roteare la spada per impressionare il pubblico, le grandi figure della Chiesa che si sono schierate con i poveri e contro la mafia, le atmosfere di sangue degli anni Novanta, lo Spasimo e Palazzo Butera, Palazzo Branciforte, l'arte e le isole pedonali. Simonetta e Mimmo evocano una città che guarda all'Europa, non solo in ragione della sua bellezza e delle sue contraddizioni, ma anche per il desiderio di futuro che vengono esprimendo le istituzioni e le nuove generazioni.Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una passeggiata attreverso i luoghi più o meno conosciuti di una città magica. Storie, personaggi e situazioni che hanno radici profonde nella cultura palermitana
I due Autori ci conducono per il centro storico della loro città natale e lo raccontano con sensibilità diverse – più sognante la Agnello Hornby, più affabulatore Cuticchio – e con retroterra differenti, ma entrambi accomunati dal rimpianto per una Palermo della loro giovinezza, una Palermo che oramai non c’è più. La Agnello Hornby si perde nostalgica per i vicoli, ripercorrendo il filo delle memorie di ragazzina che ha negli occhi la Conca d’Oro rigogliosa di aranceti, il luna park della Marina, le facciate liberty; e che oggi riscopre con rammarico una realtà non più solidale e accogliente come nel passato. Cuticchio, pur con le sue frequenti digressioni nel mondo a lui familiare dell’arte dei pupari e dei cantastorie, è più sistematico e accompagna per mano il lettore in un itinerario guidato via dopo via, chiesa dopo chiesa, mercatino dopo mercatino, fin negli angoli più riposti. Un libro ricco di leggende, aneddoti e curiosità, di riferimenti storici e di descrizioni urbane, un testo prezioso per chi ha programmato di visitare il capoluogo siciliano e per chi vuole conoscere attraverso queste due testimonianze frammenti della sua storia millenaria.
È un libro che mi ricorda gli anni, purtroppo lontani, della mia gioventù, quando vi trascorsi i due anni di Ingegneria, prima di trasferirmi a Torino. Quando sento parlare di via Maqueda, di via Ruggero Settimo e di via Libertà e quando sento l’idioma siciliano, magnificamente ripreso da Andrea Camilleri, mi prende un sentimento di acuta nostalgia. Ma veniamo al libro. Devo dire innanzitutto che mi è piaciuta di più la parte scritta dalla Agnello Hornby: la vita della nobiltà palermitana è descritta magistralmente in questo brano: “accoglienza e signorilità erano importantissime per gli aristocratici palermitani: includevano fasto, prodigalità, eleganza, raffinatezza e generosità; con pochissime eccezioni, escludevano cultura, creatività e soprattutto il lavoro”. Lo sapevate che “la prima rivoluzione europea del secolo XIX avvenne a Palermo, nel 1848: fu repressa a cannonate e con l’invasione da parte dell’esercito borbonico.” Da una relazione del Procuratore Generale del Re del 1838: “Qui si vendono gli uffici pubblici, si corrompe la giustizia, si fomenta l’ignoranza del popolo.” Non sembra scritta oggi?
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore