La guida ai più comuni dubbi grammaticali che Silverio Novelli, giornalista e lessicografo, ha approntato per Laterza, mettendo a frutto, tra l'altro, la sua esperienza di consulente linguistico del portale "Treccani.it", si inscrive in un filone di prontuari e vademecum grammaticali di successo (basti pensare alle fortunate pubblicazioni di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, dal Salvalingua, Sperling & Kupfer, 1995 a Ciliegie o ciliege?, Pickwick, 2012 e Piuttosto che, Pickwick, 2013), e risponde alle richieste di un pubblico di persone mediamente colte che ha fame di istruzioni pratiche per usare in modo appropriato la lingua italiana. Si dice? Non si dice? Dipende. L'italiano giusto in ogni situazione (un titolo che sembra riecheggiare quello di uno dei testi di riferimento della tradizione del dibattito linguistico italiano, Il torto e il diritto del non si può, 1655, di Daniello Bartoli) è infatti un'agile "guida galattica", come preferisce definirla il suo autore, appassionato di letteratura e cinema di fantascienza, o anche una mappa geografica per orientarsi nella lingua, concepita come uno spazio aperto, siderale, da percorrere in 3D, lungo tre dimensioni: "quella del sì (bisogna dire o scrivere proprio così, facciamocene una ragione), quella del no (così non va e non ci si pensi più!), e quella centrale del dipende" (dipendente, cioè, dalla fondamentale differenza diamesica scritto/parlato, dalla situazione comunicativa, dal registro più o meno formale, dall'intenzionalità di chi scrive). La dimensione del dipende, perciò, si pone in linea con l'atteggiamento attuale dei linguisti nei confronti dell'errore, da non assumere come un dogma inderogabile, ma da leggere sempre in prospettiva dell'intenzionalità dello scrivente (o del parlante) e della situazione comunicativa, come ha insegnato una volta per tutte Luca Serianni, maestro dello stesso Novelli. La segnalazione di questa escursione di possibilità è affidata anche a una sorta di "sintesi visiva": una serie di simboli iconici offre immediatamente un giudizio sull'errore (sì, tollerabile, no), legandolo al contesto discorsivo in cui si situa (lingua scritta, formale o informale; lingua parlata, formale o spontanea; italiano a scuola). Se (avverte l'epigrafe in esergo al libro, ispirata dal musicista Brian Eno) l'errore va "onorato come se fosse un'intenzione nascosta", questo volume vuole essere un "viaggio ragionato tra gli errori più gravi e fastidiosi, i più ambigui e seducenti, e perfino tra quelli che a torto sono considerati errori e pertanto cadono vittime di una ingiusta gogna sociale", nella convinzione che per usare la forma corretta non ci si debba affidare a scorciatoie mnemoniche ma alla comprensione di come e perché si sia arrivati a una certa soluzione linguistica (normale o deviante). Assumere la regola del dipende come unica vera bussola di questo viaggio nella lingua significa accettare la sfida di abitare uno spazio le cui faglie sono, al tempo stesso, un'insidia e una ragione di bellezza: la garanzia di una profondità ricca di stratificazioni di storie, usi, regole, esperienze, bisogni di parlanti e scriventi, che continuano a sedimentarsi dentro ogni parola e forma del nostro italiano. Elisa Tonani
Leggi di più
Leggi di meno