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«Ancora la Shoah. Una domanda, intanto. Perché, mentre la documentazione storiografica è diventata talmente capillare da coprire quasi ogni suo segmento, un episodio così lugubre rimane costantemente al centro della rappresentazione estetica?»
Nella cultura contemporanea la memoria della Shoah mantiene uno statuto speciale, che altri eventi storici non hanno. Lo si vede dalle molteplici rielaborazioni: alcune necessarie altre profondamente futili. Il saggio di Arturo Mazzarella, seguendo un originale e ramificato percorso teorico, ci mostra come la centralità della Shoah, in particolare nella cultura letteraria e visuale (da Levi, Améry, Celan, Sebald a Lanzmann, Godard e Boltanski, per fare solo alcuni nomi), ruoti fin dal principio intorno al "conflitto delle immagini" che ne fu insieme lo strumento e la posta in gioco. Alla lettera, una questione di vita o di morte.
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