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Un ritratto fedelissimo di Shenzhen. Molto bello!
Primissima "avventura" trasposta in fumetto di Guy Delisle, Shenzhen racconta la vita dell'autore nell'omonima città cinese nel pieno di un tale processo di boom di crescita nei primissimi anni 2000 che probabilmente, pur essendo i fatti narrati risalenti solo a 15 anni fa, l'organizzazione e la vita nella città stessa risultano oggi profondamente mutati: basti pensare a come la città di Shenzhen oggi abbia superato i 10 milioni di abitanti. Libro consigliato, così come sono consigliate tutte le altre cronache di Delisle, anche se probabilmente questo risulti essere il più acerbo tra tutti i libri (lo si evince da un tratto meno preciso e più sfumato, probabilmente legato anche al fatto che l'idea della stesura di tale libro sia venuta a posteriori rispetto all'avvenuto viaggio, invece che in itinere come nei viaggi e libri seguenti).
Non so se a causa della (apparente) assenza di implicazioni politiche ed ideologiche, ma mi è piaciuto assai di più rispetto al celebrato "Cronache di Gerusalemme". Qui c'è un puro e semplice diario, scritto/disegnato forse per vincere la noia, e ne esce un efficacissimo racconto personale eppure di grande effetto dal punto di vista sociologico. C'è' la grande città di un paese in drammatica trasformazione avvolta nel suo grigiore avvilente: la metropoli Shenzen si divide tra la voglia di uno stile di vita "alla occidentale" ingenuamente percepito come pura opportunità commerciale, e l'arretratezza culturale degli abitanti (nessuno che conosca l'inglese, la pigrizia dei lavoratori che porta persino i disegnatori di serie animate ad addormentarsi sui tavoli da disegno, la difficoltà del protagonista a stabilire rapporti umani decenti). Ho apprezzato l'abilità dell'autore nel conservare, grazie anche al disegno dal tratto lieve, un registro divertito, privo di cadute inopportunamente drammatiche o malinconiche.
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