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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Arlt non è scrittore per tutti... Questo romanzo, insieme al seguito I Lanciafiamme, è un capolavoro... I monologhi e la solitudine di Erdosian, la scompaginata visione del mondo dell'Astrologo sinistramente profetica di quanto poi sarebbe accaduto. Esempio di alta letteratura, ha un registro e dei tempi difficili, ma vale la pena di essere frequentato.. Il seguito (I Lanciafiamme) è a mio avviso ancora superiore.
Una lezione sugli aggettivi. E ho detto tutto.
Potrei riassumere questo libro dicendovi di diffidare sempre quando, nelle note biografiche dell’autore, trovate scritto “il più grande romanziere” di questa o quell’altra località geografica. Roberto Arlt, argentino, pubblica “I sette pazzi” nel 1929, un romanzo sicuramente avanti nei tempi ma che soddisfazione, ahimé, me ne ha lasciata ben poca. La trama è quanto di più bizzarro ci si potrebbe aspettare, i personaggi fin troppo particolari, costruiti a tavolino e dunque poco credibili, l’ambientazione calata completamente nell’Argentina del periodo e impenetrabile da chi è così distante culturalmente, geograficamente e storicamente come lo siamo noi. Il risultato è un romanzo che alterna parti interessanti ad altre veramente noiose e anche difficili da seguire, tant’è che 300 pagine vi passeranno tutt’altro che velocemente. Come non bastasse, finito “I sette pazzi” la storia semplicemente rimane a metà: per sapere la fine occorre prendere forzatamente in mano il successivo “I lanciafiamme“. Devo aggiungere che non ci penso minimamente?
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