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"Sono nata il 21 dicembre del 1908. Il mio paese si chiama Racalmuto, si trova all'estremo Meridione della meridionalissima Sicilia. Ho ricordi di fame, di miseria, di caldo di navi grandi per l'America e di dolore. Adesso so, ricordo, capisco, discerno, e racconto. Mi chiamo Serafina Farrauto, e sono morta di parto" Questo è l'incipit del libro, è stato d'impatto, mi ha colpito. Mi sono ritrovato immerso in due vite di donna, vite differenti ma legate. Parlo di sapori che non ho vissuto in prima persona, ma posso riscontrare nello sguardo dei miei nonni, sguardo che ha visto la miseria e la sofferenza di tempi che adesso sembrano lontanissimi. Parlo di emozioni che solo una "vera" scrittrice può trasmettere, emozioni che difficilmente si riscono a trasmettere a maggior ragione se si parla della propria vita. Parlo anche di innovazione narrative, il doppio io narrante che ci porta in realta differenti, in un parallellismo tra vite ed epoche , un intreccio di stati d'animo e sentimenti. Ho sorriso nel leggere alcune parole che pensavo perse per sempre, parole in dialetto che riportano indietro nel passato. Ho pianto nel rivivere il dolore di vite ferite, vite perse per colpe non proprie, per fato , destino... Che strumento grande è la scrittura! Che gioia leggere parole scritta da chi ha quella "scintilla" quel "quid" per poterlo fare con arte!
Il mondo di un piccolo centro rurale della Sicilia nei primi del Novecento prende vita attorno alla figura di Serafina. Una realistica e precisa descrizione di persone, ambienti e cose; una riuscita intersecazione di piani narrativi, dall'io narrante della protagonista all'io narrante dell'autrice, che presenta la sorellanza d'anime di due donne appartenenti a mondi e tempi diversi; il lessico puntellato qua e là di termini dialettali che si fanno sostanza e concretezza; una scrittura sobria, incisiva e coinvolgente. Sono queste le qualità che fanno di Serafina uno straordinario affresco della nostra storia recente e non solo.
Serafina è definito da molti un romanzo al femminile; tutti si soffermano sulla figura della protagonista, una donna d'altri tempi. Io credo che Serafina sia un buon romanzo per gli uomini, per quanti vogliono rileggere un mondo, quello contadino dei primi del Novecento, visto con gli occhi delle donne, un'ottica poco utilizzata dai grandi scrittori. Infatti, questo mondo è stato narrato o attraverso il racconto delle grandi battaglie o attraverso la narrazione della fatica quotidiana, ma sempre secondo il punto di vista degli uomini. Serafina dà voce e rende giustizia alle donne, che sebbene siano sempre state maggioranza sono state trattate da minoranza oppressa. La copertina, un'ottima scelta, dà subito l'idea dell'argomento trattato dal romanzo, ma dentro si trova molto di più. Il lettore viene preso per mano e accompagnato dentro un mondo non più presente, ma che costituisce le radici di molti di noi. Colpisce la leggerezza e la sintesi con cui l'autrice riesce a trattare temi ampi e controversi.
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