L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
È la travagliata storia del più grande monumento funerario romano di Catania, conosciuto erroneamente come la tomba di Stesicoro, e che viene qui presentato per la prima volta in tutte le sue parti nascoste e inaccessibili. Scomparve dalla vista della cittadinanza già quando i frati Carmelitani iniziarono a costruire il loro primo convento dopo la metà del 13° secolo in quella vasta area fuori dalla Porta di Aci che nell'antichità era stata una delle necropoli della città. Poi dal 1866, l'ex convento carmelitano, diventa in gran parte proprietà del Demanio militare e oggi è la caserma "Antonio Santangelo Fulci" sede del Distretto Militare di Catania. L'edificio funerario è visibile solo all'interno dell'ex convento e faceva parte proprio dell'antica necropoli. L'interno del monumento era costituito da un unico ambiente di circa 53 metri quadri. All'esterno, la superficie occupata è di quasi 100 metri quadri. È incastonato nelle strutture settecentesche del convento. Ma ancora oggi la precisione e l'accuratezza del suo paramento in pietra lavica suscita ammirazione architettonica. Fino al 1991 si pensava che del grande monumento di epoca romana fosse rimasto solo il tratto che anche oggi è visibile dal chiostro dell'ex convento carmelitano, ma questa indagine dimostra che esistono ancora tre pareti complete e metà della volta.Pur essendo stato legato, dagli eruditi seicenteschi, alle figure di Sant'Agata e di San Leone II taumaturgo, di questo monumento se ne è perso, nel tempo, il ricordo e il significato. La datazione dell'edificio funerario del convento del Carmine è la stessa che è stata attribuita all'Odeon. Siamo nella seconda metà del secondo secolo dopo Cristo, periodo in cui, secondo recenti ipotesi, la città di Catina assumerebbe una particolare importanza in Sicilia dal punto di vista socio-economico.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore