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Senza TV - Guillaume Guéraud - copertina
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Senza TV - Guillaume Guéraud - copertina

Dettagli

2010
22 ottobre 2010
Brossura
9788889210604

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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marco b
Recensioni: 5/5

"Ogni tanto c'è qualcuno che dà il cinema per morto, naturalmente a favore della tv. [...] Per questo chi ama il cinema dovrebbe tenersi stretto un «piccolo» libro pubblicato da una «piccola» casa editrice per bambini, Topipittori: si intitola "Senza Tv" (pp. 98, traduzione di Massimo Scotti) e racconta l'infanzia autobiografica di Guillaume Guéraud, autore di romanzi noir e polizieschi per adolescenti (in Francia è una vera celebrità). È un libro da leggere non solo perché è divertente, ha un ritmo prodigioso, è intelligente, ma perché è una delle più belle dichiarazioni d'amore per il cinema (e per la vita) che ho letto. Il piccolo Guillaume vive solo con la madre (del padre non sa niente, tanto che per un po' crede di essere figlio di Montgomery Clift, perché c'è una sua fotografia sulla libreria) e con uno zio sindacalista e comunista. Siamo a Bordeaux, in un quartiere multietnico negli anni Settanta, e tutti gli amici di Guillaume hanno la televisione. Lui no: la mamma la detesta e lo zio dice che a guardarla «si diventa un coglione». Per questo, per tacitare le lamentale del figlio, comincia a portarselo al cinema. Non sono film per bambini: «Non capisco neanche un terzo delle cose che mi passano davanti agli occhi - scrive Guéraud - però mi piace». E continua: «Non è una noia così insopportabile che proprio non riesco a star fermo come quella volta a teatro, no. È una noia piena di soprassalti, spezzata da fulmini, tutta fatta di ami incandescenti a cui mi aggrappo senza mollare mai». Agli amici racconta riassunti inverosimili (quello di "Mon oncle d'Amerique" di Resnais è un capolavoro surreale) ma pian piano impara che quegli «ami incandescenti» lo aiutano a crescere, a conoscere il mondo che lo circonda, a esercitare la fantasia, a capire la storia e la politica. E si accorge che il cinema, oltre che divertirlo, lo aiuta a vivere.

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Loris
Recensioni: 5/5

Questo breve memoir di Gueraud e' davvero splendido, un dono prezioso per ogni cinefilo. Non a caso, lo stimolo alla lettura mi e' arrivato da una recensione di un critico cinematografico, Mereghetti. Infanzia e adolescenza a Bordeaux sono scandite da una serie di visioni al cinema che compensano l'assenza di tv, scelta prima subita per divieto materno e poi condivisa per manifesta superiorita' del grande schermo. Lo sguardo sul mondo si forma attraverso film che spaziano dal neorealismo italiano alle grandi produzioni hollywoodiane. L'amore e le pulsioni sessuali, la rabbia giovanile e ogni emozione si specchiano in personaggi di celluloide che aiutano il protagonista a crescere in un contesto reso difficile dall'assenza della figura paterna e dagli aspri conflitti sociali che accompagnano la stagione delle lotte operaie. Ogni capitolo si chiude con la citazione esplicita di una sequenza di un film, creando connessioni a volte sorprendenti. Cosi' capita anche che il primo amore nasca nel buio di una sala dove si proietta 'Nightmare', horror cult di Craven. L'eroe di Guillaume pero' e' il protagonista di un vecchio film di Cimino che anche io ho amato appassionatamente, lo Stanley White de 'L'anno del dragone'.

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