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Un buon libro, pur non condividendo le considerazioni dell'autrice del testo circa l'attuale tracciato autostradale SA-RC, anzi ringrazio tutti coloro i quali si sono adoperati per la soluzione interna del tracciato, evitando così lo scempio ambientale che si sarebbe perpretato con tracciato lungo il Tirreno Cosentino, già sfregiato da una linea ferroviaria con interi paesi tagliati letteralmente in due da un binario. Il tracciato interno, al di là di sofistiche e superate questioni meridionali e presunte nebulose trasversalità politiche rispecchia semplicemente la storica consolare romana "Annia Popilia", nonchè SS19 delle Calabrie e non si comprendono le numerose critiche che piovono addosso a tale tracciato che risulta più lungo di 35 KM rispetto al tracciato tirrenico: forse il problema era di fare arrivare le arance siciliane e cipolle di Tropea 40 minuti prima ad Amburgo?
Compendio sufficiente per avere una valida e sufficiente conoscenza sulla genesi della A3, al di là di opinioni o tendenze politiche, a conferma dell’esistenza di una trasversalità non sempre benigna nella gestione della Cosa Pubblica. Mi inquieta il fatto che ormai stiano avviando i primi cantieri per il ponte sullo Stretto. Particolarmente condivido le considerazioni che l’Autrice del libro sviluppa nei due capitoli conclusivi: nulla di trascendentale, anzi, sottolinea ancora una volta che dal confronto tra una policy del “fare” e una del “non fare” ne nasce una versione del “fare male”, infarcita da localismi dannosi e antitetici (attualmente più che mai) con il ruolo di player internazionale, cioè in quello che ormai è ambito ordinario quotidiano.
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