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Senza illusioni. I neri negli Stati Uniti dagli anni Sessanta alla rivolta di Los Angeles - copertina

Dettagli

1995
1 ottobre 1996
272 p., ill.
9788886926096

Voce della critica

WEST, CORNEL, La razza conta, Feltrinelli, 1995
CARTOSIO, BRUNO (A CURA DI), Senza illusioni. I neri negli Stati Uniti dagli anni sessanta alla rivolta di Los Angeles, Shake, 1995
recensione di Giammanco, R., L'Indice 1995, n. 7

Tra cronache scoppiettanti e ideologie consolatorie scorre, come da sempre, l'inossidabile continuità del razzismo, e sessismo, della, e nella, società americana.
"Race Matters" di Cornel West è uscito negli Stati Uniti nel 1993, un anno dopo la "cinque giorni" di Los Angeles del 29 aprile 1992. Cornel West, filosofo e teologo di Princeton, è uno dei pochi privilegiati di alto rango dell'Affirmative Action, la legge sulle "quote" approvata sotto l'amministrazione Johnson sull'onda del boom economico indotto dall'escalation dei bombardamenti sul Vietnam e grazie alle lotte ventennali dei neri perché fosse riconosciuto loro "il diritto di definirsi umani". Come ricorda Cornel West, quelle leggi federali contro la discriminazione razziale e i programmi di assistenza pubblica furono "il frutto di un compromesso e una concessione strappata... al grande mondo degli` affari e al grande governo federale". L'attuazione dipendeva però dai meccanismi sociali dominanti, dal loro potere di definizione imposto dal monopolio multimediale e, al polo opposto, da una "possibile" unità comunitaria e culturale dei neri traducibile in quote elettorali e pressione politica. Nessuna di queste componenti funzion•, n‚ poteva funzionare: i meccanismi di emarginazione per "razza, sesso, genere, etnia" sono istituzionalizzati nel potere sociale (sono "tutta la storia della Repubblica", diceva C. Wright Mills) e saldamente interiorizzati nell'immaginario, per classe, ceto, reddito, istruzione, residenza, biografie.
La Woodoo Economics , la deregulation di Ronald Reagan, mise mano alla rimozione dell'assistenza pubblica e dei programmi d'incentivazione per i poveri e le minoranze e consolidò l'irreversibile emarginazione delle masse nere povere e di una vasta area della 'lower middle class' bianca, femminile e infantile, povera e spesso invisibile. Per quanto riguarda i neri, lo insegnava Malcolm X, sono tali perché poveri mentre i poveri sono tali perché in maggioranza neri.
Nella storia dell'America industriale, le condizioni della minoranza nera sono sempre state relative per dipendenza alla 'middle class' bianca. Cosi, in quegli anni, sorse una nuova, minuscola 'middle class' nera cui l'Affirmative Action aveva fatto schiudere le porte delle università, delle corti di giustizia e, soprattutto, del potere politico locale. Da un lato, questa 'middle class' è figlia della cultura consumistica d'assalto della deregulation e, dall'altro, della disastrosa "avventura" dei neri nelle amministrazioni locali, finita nella corruzione al limite del ridicolo, nella disgregazione delle comunità nere e nel rovesciamento dei tradizionali legami di solidarietà dell'identità nera in autopromozione e giullarismo.
Mi auguro che il vigore delle pagine che Cornel West dedica al caso Clarence Thomas - Anita F. Hill, svolta emblematica nel quadro dei razzismi-sessismi gestiti a rovescio dal potere di definizione, risalti anche nella fiacca e opaca traduzione italiana.
Quando il presidente Bush design• al posto di Thurgood Marshall, primo e unico nero alla Corte Suprema e giurista di grande prestigio e dignità, un nero "mai stato avvocato e che non aveva mai scritto nulla", nel presentarlo dichiarò che "la razza non c'entra perché Clarence Thomas è il miglior candidato disponibile". Bush aveva buone ragioni. Sottosegretario nell'amministrazione Reagan, Thomas aveva bloccato la quasi totalità dei ricorsi contro la "discriminazione per razza, sesso, ecc.", si era opposto a qualsiasi forma di assistenza pubblica arrivando a denunciare la propria sorella, era contro l'aborto, i diritti dei gay e dei detenuti (più del 40% neri), per la pena di morte a oltranza e considerava inutile e dannosa qualsiasi legge per la difesa dell'ambiente.
Anita Hill, ex collaboratrice di Thomas, d'identiche idee politiche, lo accusò di molestie sessuali. La Commissione giustizia del Senato, dall' 11 al 14 ottobre del 1991, interrogò in video (trenta milioni di audience) il candidato e la giurista, neri, con tanto di pornocompiacimenti dei venerandi senatori.
"L'immagine di Thomas che emerse - scriveva Cornel West - ... un edonista tipico, consumatore di pornografia... maschio nero che compie prodezze sessuali in una società razzista. Anita Hill... una tipica carrierista... immagine della donna nera come vittima sacrificale che soffre in solitudine e in silenzio".
A favore di Thomas, tutti i rappresentanti neri al Congresso meno uno che lo defin "privo delle più elementari qualità", i leader nazionalisti conservatori, come Louis Farrakhan, tutti per "un modello di vita basato solo sul colore della pelle", gli immancabili "first" accademici e persino Maya Angelou ("meglio un incapace e pornoconsumatore ma nero... poi cambierà!"). Anita Hill, redenta dal suo coraggio, ebbe l'appoggio solo dei suoi più decisi avversari: le femministe di sinistra e un manipolo di neri 'radical'. Vincitore assoluto di quella grottesca, paradigmatica soap opera fu il potere di definizione della società dominante. Nella dimensione multimediale, razzismo e sessismo non erano più altro che autorappresentazioni in chiave individuale, all'ombra compiacente del potere.
Cornel West è un progressista-spiritualista: auspica che "il popolo nero" impari ad affrontare, in tempi di polarizzazione tra il privilegio delle élite e l'esclusione, "le realtà dell'amore" (Martin L. King) e del "rispetto di se" (Malcolm X), trasformandole per poter eliminare la povertà e la rabbia dei neri. Tutto questo, senza illusioni, visto che ogni progetto di "ridistribuzione verso il basso" è inattuale.
"Senza illusioni" è anche il titolo della raccolta di articoli e cronache a cura di Bruno Cartosio. È utilissimo riproporre ai giovani lettori italiani di oggi i documenti della repressione del movimento nero, della discesa agl'inferi della classe politica nera a partire dalla fine degli anni settanta, accanto alla cronaca dettagliata della rivolta di Los Angeles del 1992. Per gli anni sessanta, occorre analizzare componenti socio-culturali che, finora, per amor di ideologia, sono rimaste nell'ombra. Per esempio, la rivisitazione critica del razzismo dei sindacati, molto più efficace della repressione poliziesca nel ridurre all'irrilevanza le proteste dei lavoratori neri, è indispensabile per capire, nell'immaginario e nella realtà sociale, la dinamica della 'middle class' come blocco conservatore e la stessa disgregazione delle comunità nere. Il discorso sul razzismo è poi passato all'immaginario multimediale, sullo sfondo di innumerevoli ghettizzazioni.

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