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Sempre connessi. Per non perdere le tracce dei propri ragazzi tra facebook e social network. Una guida per genitori ed insegnanti
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Sempre connessi. Per non perdere le tracce dei propri ragazzi tra facebook e social network. Una guida per genitori ed insegnanti
Un tempo esisteva il "diario segreto", oggi c'è la tendenza a divulgare qualsiasi cosa su facebook - pensieri, desideri, rabbie, solitudini... sperando che qualcuno ascolti e risponda. Ma... Quanto può essere sincero o solido un legame virtuale rispetto a quello virtuale? Perché raccontare in rete ogni frammento della propria giornata, condividendo emozioni, nell'attesa che vengano commentate? L'impulso a controllare se gli "amici" hanno risposto sulla bacheca personale, denuncia un'ossessione collettiva oppure si tratta soltanto di un nuovo e sano modo di comunicare? La rete è una grande risorsa per condividere emozioni e opinioni, ma il suo uso illimitato rischia di sfociare in dipendenza e a dare luogo a forme di disagio che possono compromettere i rapporti umani e condurre ad una visione distorta della realtà. Genitori, educatori ed insegnanti osservano un po' increduli e un po' spaventati i giovani. Facebook li sta portando via... Ma dove? E come reagire? Come controllarli senza essere invadenti? Come e quando aiutarli? Un testo ricco di spunti, riflessioni e test per riflettere su come i ragazzi intendano e vivano i loro spazi ma anche per non sottovalutare i rischi che un'esposizione mediatica comporta quando si gioca con la propria identità.
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In commercio dal:
29 luglio 2013
Pagine:
160 p., Brossura
EAN:
9788820420567
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Viola
26 gennaio 2017
Purtroppo si rilevano troppe frasi fatte, spesso anche in contraddizione fra loro. Una evidente superficialità nel trattare i rapporti fra genitori e figli e la psicologia adolescenziale oltre che sociale.
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Simona
15 marzo 2014
Sono una docente e stando a contatto con i ragazzi, ma anche parlando con i loro genitori, scopro quanto il web sia vissuto o con paura o usato male, sottovalutando le sue reali potenzialità o demonizzandolo. Ho trovato il testo della Calabretta molto utile in questo senso: un'analisi dei problemi legati alla rete, ma anche il web vissuto "male"; il web come rifugio o palliativo, maschera di problemi più gravi, come la solitudine o l'incapacità a relazionarsi; il web come pericolo; interessante lo sguardo sul mondo dei giovani, ma anche del loro rapporto con gli adulti, da qui la necessità di una maggiore conoscenza reciproca ma anche di un dialogo costante che serve ad aiutare, a far crescere. Il testo mette in evidenza come il nuovo linguaggio faccia ormai parte della società, giovane come adulta, ma la conoscenza del mezzo deve viaggiare di pari passo con il controllo e il costante dialogo reale tra generazioni. Diciamo che il disorientamento messo in evidenza dall'autrice è generale, prescindendo a tratti dal mezzo mediatico.
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