I ed. (31 ottobre 1922). "L'idea che io espongi in questo libro ha una storia. E questa storia comincia dall'anno 1852, quando Michelangelo Caetani Duca di Sermoneta pubblicò una sua nota dal titolo: "Della dottrina che si nasconde nell'ottavo e nono canto dell'Inferno della Commedia di Dante Alighieri (Roma, Menicanti, 1852. Ne fu fatta un'altra edizione nel 1876 e fu ristampata fra le "Tre chiose di Michelangelo Caetani duca di Sermoneta sulla Divina Commedia di Dante Alighieri" (Salviucci, 1882)). / Era una nota breve, di una ventina di pagine: ma essa conteneva la prima, vera, importante scoperta compiuta nella interpretazione del Poema Sacro: la scoperta che il "Messo Celeste", che schiude la porta della Città di Dite, non è affatto un angelo, come vorrebbe la comune opinione, bensì Enea: il "padre dell'alma Roma e di suo Impero" (...). / Ma l'idea del Caetani no ebbe fortuna (...). / Il pensiero del Caetani fu raccolto soltanto più di quaranta anni dopo (...) da Giovanni Pascoli" (dalla Prefazione dell'A., pp. VII-VIII). XVI grande/ XXII+344/ brossura in cartoncino avorio ruvido con titoli in nero e rosso. Con almeno una tabella in nero f.t.. Stato buono (copertina e pagine brunite e con piccole fioriture - quasi interamente intonso). Indice: prefazione (Roma, luglio 1922) - La Croce e l'Aquila nel sacro viaggio - La Croce e l'Aquila nella redenzione umana - Il Veglio di Creta e il suo significati mistico - "La Croce e l'Aquila" chiave della costruzione dei tre mondi - Il male vinto dalla Croce e il male vinto dall'Aquila - Il grande segreto della Divina Commedia - Il valore della dimostrazione - Il pensiero e l'arte di Dante. prima edizione . 366. . . buono. . .
I ed. (31 ottobre 1922). "L'idea che io espongi in questo libro ha una storia. E questa storia comincia dall'anno 1852, quando Michelangelo Caetani Duca di Sermoneta pubblicò una sua nota dal titolo: "Della dottrina che si nasconde nell'ottavo e nono canto dell'Inferno della Commedia di Dante Alighieri (Roma, Menicanti, 1852. Ne fu fatta un'altra edizione nel 1876 e fu ristampata fra le "Tre chiose di Michelangelo Caetani duca di Sermoneta sulla Divina Commedia di Dante Alighieri" (Salviucci, 1882)). / Era una nota breve, di una ventina di pagine: ma essa conteneva la prima, vera, importante scoperta compiuta nella interpretazione del Poema Sacro: la scoperta che il "Messo Celeste", che schiude la porta della Città di Dite, non è affatto un angelo, come vorrebbe la comune opinione, bensì Enea: il "padre dell'alma Roma e di suo Impero" (...). / Ma l'idea del Caetani no ebbe fortuna (...). / Il pensiero del Caetani fu raccolto soltanto più di quaranta anni dopo (...) da Giovanni Pascoli" (dalla Prefazione dell'A., pp. VII-VIII). XVI grande/ XXII+344/ brossura in cartoncino avorio ruvido con titoli in nero e rosso. Con almeno una tabella in nero f.t.. Stato buono (copertina e pagine brunite e con piccole fioriture - quasi interamente intonso). Indice: prefazione (Roma, luglio 1922) - La Croce e l'Aquila nel sacro viaggio - La Croce e l'Aquila nella redenzione umana - Il Veglio di Creta e il suo significati mistico - "La Croce e l'Aquila" chiave della costruzione dei tre mondi - Il male vinto dalla Croce e il male vinto dall'Aquila - Il grande segreto della Divina Commedia - Il valore della dimostrazione - Il pensiero e l'arte di Dante. prima edizione . 366. . . buono. . .
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