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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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Bellissima seconda parte del romanzo con il protagonista affetto di autismo, ormai grande, che con l'aiuto degli amici devoti e in particolare degli amati cavalli, riesce a migliorare moltissimo la sua condizione e la relazione con il mondo circostante. Delizioso l'inciso drammatico all'interno di un manicomio dell'epoca, con i primi passi della chirurgia cranica. La descrizione corale della splendida Napoli rinascimentale, crogiuolo di diverse arti, costituisce il filo conduttore di tutto il libro, in particolare attorno alla nascita dell'arte dell'equitazione. Il romanzo vede anche descritte le gesta dei corsari Berberi e delle battaglie navali con la flotta imperiale. Bel romanzo pieno di sentimenti e ricchi personaggi di elevato spessore.
Degna prosecuzione de Il figlio del buio, forse solo un gradino al di sotto per una maggior presenza di spazi di riflessione sulle condizioni di vita di Yago che, se da un lato aiutano ad immedesimarsi nei suoi sentimenti e nei suoi problemi, dall'altra fa perdere qualcosina in termini di azione nel racconto (comunque darei cinque all'opera completa). La scelta di Yago come protagonista, ben motivata dall'autore nelle sue note conclusive, è stata davvero azzeccata e ben rappresentata, così come quella di tanti altri personaggi a partire dal commovente Camilo e senza dimenticare i cavalli, la cui presenza è costante e dei quali viene messa in risalto anche l'"anima" oltre che la rappresentazione fisica. Proprio la capacità di sapere leggere e capire l'anima dei cavalli da parte di Yago, evidenzia le capacità particolarmente spiccate presenti in persone che per altri versi, essendo affette da autismo, subiscono pesanti penalizzazioni ed emarginazione, e ciò era tanto più vero nel periodo a cui è ambientato il romanzo. Ben reso il fervore artistico che ha animato Napoli nel XVI secolo, con la ricerca illuminata del bello anche come sintesi di diverse discipline artistiche.
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