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Il libro è il ritratto e la storia di Gigi Pedroli, artista geniale ed eclettico, pittore, incisore, scultore e musicista che da 40 anni vive e lavora sull’Alzaia in un luogo magico e nascosto ai più, un edificio che si dice sia stato, nella sua parte più antica, il casino di caccia di Ludovico il Moro e l’alcova segreta dei suoi incontri con l’amante Cecilia Gallerani, accreditata come la Dama dell’Ermellino ritratta da Leonardo forse proprio in quelle stanze.
Una metropoli in fermento, capace di attrarre persone e capitali, ricca di passato ma proiettata verso il futuro: è Milano oggi, ma lo era allo stesso modo un secolo fa. Due famiglie - i Pedroli e i Corsini - vi giungono in cerca di speranze. Dall'amore contrastato tra due dei loro giovanissimi figli nasce Gigi, un bimbo destinato a rimanere orfano prestissimo. Ma sarà Milano a prendere quel bambino per mano, educarlo, dargli un lavoro, scoprirne il talento. Classe 1932, Gigi Pedroli con Milano ha condiviso tutto, le fatiche e i successi. Negli ultimi quarant'anni lo ha fatto vivendo e lavorando nel quartiere dei Navigli, attingendo al suo secolare intreccio di tradizioni popolari e di cultura artistica e artigiana. Qui il suo percorso di grafico sfocia nella pittura e nell'incisione. Qui nascono le sue acqueforti e i personaggi della sua umanità quotidiana raffigurati nella loro normale deformità. Qui Pedroli dà forme e materie diverse al suo genio visionario e a tratti profetico. E qui ha incontrato Pietro Ichino, al quale, sotto la vite canadese dell'Alzaia del Naviglio Grande 66, ha raccontato la sua vita, parabola felice di una pòlis capace di accogliere chi la sceglie.
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Una storia milanese, certamente; le vicende di una vita in gran parte trascorsa lungo quelle poche centinaia di metri del Naviglio Grande che hanno fatto da specchio a molto talento e forse anche alla genialità. Una storia però che risale anche a molto molto tempo prima e porta molto molto in alto… ma rimane forte soprattutto della sua umanità. Grazie di aver reso testimonianza di una persona (e forse anche di un’epoca) e non di un personaggio
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