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Che riflettano sull’esistenza dei buchi neri o predicano nuove scoperte al CERN, i fisici sono convinti che le migliori teorie debbano essere belle ed eleganti. Sfortunatamente, sostiene Sabine Hossenfelder, tali requisiti sono anche il motivo per cui non c’è stato alcun progresso significativo in fisica teorica negli ultimi quarant’anni.
Guidati da criteri estetici, i fisici hanno architettato nuove sbalorditive teorie ma le osservazioni non sono state in grado di dare supporto a queste idee e, in realtà, molte di esse non sono neanche sperimentalmente accessibili. E queste teorie, “troppo belle per non essere vere”, hanno condotto l’intero campo di ricerche in un vicolo cieco. Per uscire da questa trappola, i fisici devono ripensare il modo in cui costruiscono le loro teorie. Sedotti dalla matematica ci ricorda che solo accettando il disordine e la complessità gli scienziati possono scoprire la verità sul nostro universo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il sottotitolo di questo libro è "Come la bellezza ha portato i fisici fuori strada". L'autrice, fisica teorica, si è man mano allontanata dalla visione dei suoi colleghi, sostenendo che si stanno sempre più allontanando dalla formulazione di teorie basate su esperimenti o che possono essere da essi validate, cercando invece di imporle semplicemente per la loro "bellezza". Il termine non è troppo vago: la bellezza può trovarsi nelle formule matematiche semplici oppure nella mancanza di fine tuning, cioè di valori molto grandi o molto piccoli che non possono essere predetti a priori ma devono essere misurati. Hossenfelder scrive in modo molto spigliato, reso bene da Giuseppe Bozzi (che però non può tradurmi "mostruosa congettura di fantasia" la Moonshine conjecture a pagina 205 o parlare di distribuzione di probabilità "piccata" anziché concentrata a pagina 278!). Però l'idea di costruire il libro sulle interviste che ha fatto ai pezzi grossi della fisica teorica non mi convince molto, perché in questo modo tende a ripetere più volte gli stessi concetti; non sperate inoltre di avere idea di come funzionano le varie teorie, a meno che non ne sappiate già qualcosa. (Per i maligni che pensano che il mio giudizio sia falsato dal mio amare la matematica, assicuro che non è così: anzi concordo che la matematica è di ausilio alla fisica ma non può essere il suo principio guida).
L’autrice, come indica già il sottotitolo del volume “come la bellezza ha portato i fisici fuori strada”, sostiene che i fisici hanno costruito delle teorie, bellissime dal punto di vista matematico, e le hanno giudicate corrette partendo dal presupposto che “sono troppo belle per non essere vere”, sbagliando, dato, che sempre a parere della Hossenfelder, non c’è stato alcun progresso significativo in fisica teorica negli ultimi quarant’anni.. Per sostenere queste sue opinioni l’autrice espone la situazione delle innumerevoli “belle” teorie (modello standard, supersimmetria, stringhe, multverso, ecc. ecc.) , da cui si ricava che quasi nessuna delle verifiche sperimentali che avrebbero potuto dimostrare l’esattezza delle teorie é riuscita a farlo, e probabilmente tale riscontro sarà impossibile averlo, almeno per quanto riguarda l’infinitamente piccolo.L’unica previsione che ha trovato un qualche riscontro è quella relativa all’esistenza del bosone di Higgs: l’LHC del CERN ha trovato il bosone di Higgs, però la sua massa è assolutamente diversa da quanto previsto. Il difetto del libro è che la sua autrice, dopo aver per 250 pagine spiegato l’inutilità delle “belle” teorie, afferma che “la fisica non è matematica: è scegliere la matematica giusta “ (?) e conclude così: “Il prossimo evento rivoluzionario in fisica avverrà in questo secolo. Sarà bello.”
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