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Docente di filosofia della religione e sociologia della religione a Urbino, allievo di Italo Mancini, Grassi mostra il percorso del pensiero di Peter Berger a partire dalle prime opere fino a quelle degli anni ’90. Messa in evidenza la preoccupazione sociologica principale dell’autore viennese, connessa con la questione della secolarizzazione e con la possibilità di una ripresa della coscienza religiosa nel mondo contemporaneo, Grassi passa all’analisi della specifica posizione teologica assunta da Berger in alcuni suoi lavori, mostrandone l’aspetto marcatamente conservatore. Il ritorno a Schleiermacher, contro Barth e contro Bultmann, è il risultato di un modello teologico ispirato la liberalismo protestante tedesco, il quale concepisce la religione come una possibilità specifica dell’uomo, mentre la preoccupazione di Grassi sarebbe quella di far emergere l’evento kerygmatico e quindi una concezione della fede come possibilità liberamente donata all’uomo.
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