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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il più brutto libro di Marco Vichi. Uno zibaldone, anche molto disordinato di storie. Se potessi darei incarico al simpatico Commissario Bordelli di recuperare i 17 euro spesi per il libro.. Anche i grandi scivolano e Marco - secondo me - con questo libro ha calpestato una buccia di banana.
Davvero scarsino, scritto in fretta e male oppure una raccolta di vecchie cose messe insieme.Le storie del Bangladesh avrebbero proprio avuto bisogno d'altro.
Ho letto ogni cosa di questo autore e anche se qualche rara volta, i suoi libri mi sono sembrati angoscianti, tipo quello sulle Donne, nella maggior parte dei casi li ho amati dalle prime parole, specialmente nero di luna e, ovviamente, tutti quelli del commissario Bordelli. Ma questo libro proprio no, non sono nemmeno riuscita a finirlo. Ammetto di non amare i racconti ma Vichi mi aveva abituata a bei racconti che però questa volta non mi sono sembrati all'altezza. Peccato
Recensioni
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Se mai un giorno è una raccolta di racconti nella quale ogni storia, anche quando prende le mosse da eventi quotidiani e all’apparenza insignificanti, ha il dono di saper aprire un varco per far riflettere sulla realtà.
Per scelta dell’autore, la raccolta è divisa in due parti, vicine nello stile, ma lontane per ambientazione e contenuti. Nella prima sezione, Vichi mette in scena vicende brevi, servendosi di uno stile e un linguaggio diretti ed incisivi, senza fronzoli, che a tratti calano sugli eventi un velo cinico e disincantato. D’altra parte, la tecnica narrativa ben si accorda all’intento di mettere sotto i riflettori i turbamenti e le bassezze dei protagonisti, quasi sempre uomini con esistenze del tutto ordinarie, dalle quali Vichi isola ed estrapola episodi che fanno emergere quella parte oscura che ciascuno cerca di tenere nascosta. È in queste zone d’ombra che si celano le dipendenze, le mancanze e le incapacità che l’autore mette a nudo senza filtri, con spiazzante onestà.
La seconda parte dell’opera include invece una serie di racconti ambientati in Bangladesh; è preceduta da una sintetica nota nella quale l’autore motiva la sua scelta e spiega che le vicende narrate sono state a lui riportate da chi invece le ha vissute in prima persona. In questa seconda sezione, il focus si allarga: oggetto di analisi non sono più distorsioni e perversioni dell’individuo, ma dell’intera società. È questa a forgiare, sotto la spinta dell’omologazione e dell’abitudine, norme assurde e incoerenti che ricadono sulle spalle di chi non può o non vuole ribellarsi, generando una catena di sfruttamento e sofferenza.
Marco Vichi, classe 1957, è autore di numerosi romanzi, tra i quali spicca la serie dedicata alle indagini del commissario Bordelli; vincitore del Premio Scerbanenco nel 2009, ha tenuto corsi di scrittura creativa in diverse città italiane.
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