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Scuola e disuguaglianze. Una valutazione delle risorse economiche, sociali e culturali - Emanuela Bonini - copertina
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Scuola e disuguaglianze. Una valutazione delle risorse economiche, sociali e culturali
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Scuola e disuguaglianze. Una valutazione delle risorse economiche, sociali e culturali - Emanuela Bonini - copertina

Descrizione


Le strategie indicate dalle istituzioni e dagli organismi internazionali in materia di investimento nel capitale umano tendono a considerare l'incremento dei tassi di istruzione e l'innalzamento dei livelli di apprendimento come obiettivi necessari allo sviluppo delle società capitaliste. I processi di avvicinamento a questi obiettivi mettono in luce la questione delle disparità e delle disuguaglianze come elemento dal quale non è possibile esimersi sia in riferimento alle finalità dichiarate di crescita economica sia in termini di sviluppo democratico della società e delle sue istituzioni. Il volume si concentra sulle disuguaglianze prodotte dalle differenze sociali, culturali ed economiche nelle quali la società capitalistica occidentale è stratificata e in particolare - sul loro riflettersi all'interno del sistema educativo formale. Prendendo avvio dal concetto bourdieuiano di riproduzione del capitale sociale e culturale, il testo propone, attraverso una valutazione di sistema, un'esplorazione delle forme e delle dimensioni delle disuguaglianze socioeconomiche all'interno del sistema scolastico italiano. La categoria analizzata, quella di segregazione socioeconomica, rimanda a una regia all'apparenza immateriale e invisibile, che ha invece una sua evidente e inequivocabile concretezza in termini di effetti prodotti e di opportunità mancate a livello individuale e collettivo.
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Dettagli

2012
2 luglio 2012
192 p., Brossura
9788820405427

Voce della critica

Il sistema scolastico italiano, con la sua difficoltà nel ridurre le disparità economiche e sociali tra studenti di diverse origini sociali, costituisce l'argomento del volume, che si propone di esplorare il livello di disuguaglianza di opportunità educative presenti in Italia tramite l'analisi del livello di segregazione scolastica, ossia della concentrazione di studenti con caratteristiche simili all'interno degli stessi istituti. A questo fine vengono utilizzati i dati provenienti delle indagini Ocse-Pisa sugli studenti quindicenni e le rilevazioni Invalsi-Snv sugli studenti di V primaria e di I secondaria di primo grado. Le due misure fondamentali costruite per rendere conto della disuguaglianza educativa in Italia sono, secondo la definizione data da Emanuela Bonini, la segregazione orizzontale e verticale degli studenti tra le scuole. La prima prende in considerazione la concentrazione degli studenti in base alle origini sociali; la seconda, invece, in base ai punteggi ottenuti ai test standardizzati. In un sistema equo, argomenta l'autrice, entrambe le misure di segregazione dovrebbero essere quanto più possibile basse, per evitare di creare un sistema scolastico ghettizzato tra scuole dei ricchi e scuole dei poveri che si traduca in differenti chance di apprendimento. La scelta degli indicatori più opportuni per rappresentare la segregazione viene trattata nei primi due capitoli, congiuntamente al quadro teorico di riferimento e alle ricerche empiriche sul tema. Il terzo capitolo presenta i risultati principali del lavoro, mentre il quarto propone un approfondimento sul legame tra risultati degli studenti, status socioeconomico e consumi culturali. Infine, all'interno delle riflessioni conclusive, i risultati delle analisi vengono ripresi al fine di formulare indicazioni di policy per ridurre la disuguaglianza di opportunità all'interno della scuola italiana. L'analisi mette in evidenza l'esistenza di una segregazione verticale (relativa, quindi, agli apprendimenti) crescente tra gli ordini di scuola, in quanto è minima nelle scuole primarie e aumenta con il passaggio alle scuole secondarie di primo e di secondo grado. La segregazione in base alle origini, invece, è presente sin dalle scuole primarie. Secondo Bonini, la politica, interessata a un generale aumento del capitale umano, non considera adeguatamente i problemi di equità derivanti dagli alti livelli di segregazione presenti nel nostro sistema scolastico, il quale opera nel senso di riprodurre le disuguaglianze sociali invece che cercare di ridurle. Nel formulare indicazioni di policy, si auspica un maggiore intervento del mondo della scuola per cercare di ridurre la segregazione sulla base delle origini sociali degli studenti, da un lato, e promuovere la formazione di cultura tra gli studenti, dall'altro. Il libro ha il pregio di discutere di alcuni temi molto caldi nel mondo della scuola, portando evidenza empirica a sostegno delle tesi e delle proposte di riforma, contrariamente alla prassi italiana, che vede gli schieramenti formarsi e combattersi sulla base di dogmi ideologici ed evidenze aneddotiche. Nel fare questo si inizia, finalmente, a utilizzare i dati Invalsi, i quali rappresentano una vera e propria miniera di informazioni per chi vuole esplorare il mondo della scuola e capire dove agire per modificarne gli aspetti problematici. La descrizione delle disuguaglianze scolastiche in Italia e dei rimedi proposti, tuttavia, sconta diversi limiti. Il problema della segregazione degli studenti sulla base delle proprie origini, ben noto a chi si occupa di scuola, non viene esplorato con la profondità richiesta da chi dovrebbe tradurre le proprie analisi in proposte di intervento per il decisore politico. In particolare, il legame tra i due tipi di segregazione trova spazio insufficiente nella trattazione, così come la sua declinazione nelle aree del paese, che sappiamo essere molto diversa. Nel passaggio dall'analisi alle proposte di policy, inoltre, manca un collegamento necessario alla letteratura internazionale che da tempo si occupa di come migliorare l'efficacia della scuola, specialmente nei contesti più disagiati. Anche per questo motivo, le proposte operative che l'autrice suggerisce per arginare i fenomeni di segregazione appaiono generiche e suonano più come slogan che non come realistiche ipotesi di intervento. Nonostante il contributo contribuisca a tenere vivo il dibattito sulla scuola e a mostrare le potenzialità di utilizzo dei dati Invalsi, il volume nel suo complesso non sembra riuscire ad andare oltre una descrizione dei fenomeni di segregazione, senza riuscire davvero a trarre indicazioni per contenere il fenomeno. Giovanni Abbiati

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