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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Una testimonianza cruda e poetica che racconta la vita “dietro di sé”, nello sguardo sincero di un uomo che non è nato vincitore, ma non intende smettere di combattere.
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Il racconto di un'infanzia e adolescenza molto difficili, dolorose e sofferenti: il padre ubriacone che non ha accettato, così com'è, il figlio Crocifisso, i compagni di classe che lo ridicolizzano, lo sbeffeggiano, lo isolano. Una madre amorosa che lo salva dall'annientamento. Crocifisso trova nella scrittura il suo riscatto e la forza per perdonare il padre.
Crocifisso Dentello in Scuola della Solitudine (La Nave di Teseo, 2024) si mette completamente a nudo e ritorna attraverso un gancio comunicativo alla sua infanzia, agli anni scolastici, a quei momenti bui e oscuri che l’autore negli anni ha voluto dimenticare, insabbiare, disconoscere. Crocifisso aveva dei nemici ed aveva paura: «Erano soprattutto i miei compagni di classe che non volevo vedere. Un esercito nemico contro il quale dovevo scendere a patti ogni giorno. Mi sentivo come un prigioniero di guerra, separato anche nella lingua, incapace di comunicare alla pari con estranei che mi percepivano a loro volta come un estraneo». Crocifisso era oggetto di derisione, scherno, bullismo, violenza fisica e psicologica, Crocifisso e figlio della sventura e ogni giorno cercava di non dare conto alle angherie subite: «La violenza delle parole forse è stata la peggiore. Una spinta, una sberla, uno sgambetto, non lasciano cicatrici. Le parole, pensate e pronunciate con intenzione, sono pallottole che umiliano la coscienza. Ciao ricchione, finocchio, rottinculo, ciucciacazzi. Questo il saluto che mi inseguiva perennemente. I miei coetanei esibivano in mia presenza gesti effeminati, voci in falsetto, pompini mimati. Servivano a marcare la mia anomalia, lo stigma di un ragazzino che non reagiva mai alle angherie, che non giocava a calcio, che restava isolato per conto proprio, che non ostentava quella disinvolta rozzezza tipica dei maschi». Crocifisso prova a registrare su carta le sue debolezze, sempre con uno stile incisivo, mai epurato o ammorbidito per convenienza, e ci regala la sua testimonianza di lotta, di sopravvivenza, ma anche di profonda rivincita verso tutti i suoi aguzzini. Se amate lo stile diretto, duro, senza fronzoli e le storie di rivincita e lotta, il libro di Dentello fa certamente per voi, altrimenti passate oltre.
... raccontate dalla voce di uno scrittore coragioso che stimo per come usa le parole e per cosa dice. È un’anima che si dischiude per raccontare sé stessa senza alterazioni e con la verità di cui tutti noi abbiamo bisogno. Grazie Crocifisso 🤗🤗🤗
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