La scena iniziale mostra Zaki, un bambino indiano, che porta in testa un vaso pieno d'acqua e suona il flauto mentre due cuccioli d'orso gli trotterellano dietro. Il padre è un famoso addestratore di orsi labiati o giocolieri, Zaki invece non vuole seguire la tradizione familiare ma suonare il flauto. Tanto più che dal 1998 tenere orsi in cattività è illegale, anche se il padre resiste alla proposta di vendere la vecchia orsa ballerina a un'associazione animalista. Anzi è tempo di strappare i canini e forare con un ferro rovente il naso dei cuccioli di cinque mesi per legarli a una corda per tutta la vita. Zaki si ribella e fugge con Lallu e Bijlie in una lontana zona di foreste per educare i cuccioli a una vita selvatica perché possano sopravvivere in libertà. Il ragazzo deve fare da mamma: mastica le formiche e lascia che i piccoli le lecchino dalle sue labbra, gli insegna a trovare cibo e acqua, a scoprire frutti selvatici, formicai, alveari con il delizioso miele. Al tempo stesso supera terribili pericoli e difficoltà: una tigre che uccide Bijli, un orso gigantesco, un incendio, le grandi piogge, un'alluvione. Quella vita selvaggia li cambia profondamente, Lallu si fortifica e anche Zaki cresce, matura. Alla fine i nostri eroi giungono nel Parco Nazionale e Zaki malinconico ma felice può salutare il suo amico e compagno d'avventure: "Addio. Ora puoi essere un vero orso". Lui forse andrà nella "scuola degli orsi" delle Guardie forestali a insegnare agli animali che hanno vissuto in cattività a reinserirsi nel loro ambiente naturale. Una appendice ricostruisce sinteticamente il contesto storico-ambientale della storia piacevolmente raccontata da Nicola Davies, zoologa e divulgatrice, e ispirata ai suoi viaggi di ricerca e ai progetti di conservazione della natura.
(F.R.)
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