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Anno edizione: 2019
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Nel 2006 Ferdinando Camon ha riunito in un volume (Tenebre su tenebre) una serie di pensieri, ragionamenti, meditazioni, ricordi, scritti nel corso di circa tre lustri in concomitanza con i fatti più eclatanti della storia e della cronaca, come guerre, encicliche, omicidi, suicidi, fenomeni sociali di vario genere, tutti eventi che, senza che magari ce ne accorgiamo, incidono in modo determinante sulla nostra vita. Poi è passato del tempo, ma l’abitudine di osservare, di riflettere su certi comportamenti, su ciò che un occhio attento può cogliere anche nel quotidiano della vita non è cessata ed ecco allora che il risultato di quel lavorio della mente, a volte apparso già su quotidiani e periodici, è stato riunito in unico volume, appunto questo Scrivere è più di vivere. Si tratta di articoli che sono in grado di interessare ampiamente, come il caso dell’esame universitario superato, con l’esito trascritto sul libretto personale, ma non sul registro. Qualcuno potrà pensare che in fondo si tratta di un banale errore e in effetti in una società non a compartimenti stagni sarebbe stato risolto, subito e senza difficoltà, a tutto vantaggio dello studente Camon vittima dell’incidente. Purtroppo non fu così, perché i professori universitari, non sempre, ma spesso, si credono infallibili, ma quel che è peggio è un’altra cosa, vale a dire la consorteria mafiosa che all’epoca e credo anche adesso esiste negli atenei. Quante a volte avete sentito parlare dei cosiddetti baroni? Ecco, questo è stato un caso che ha confermato la loro esistenza e che la mafia non è prerogativa solo di certi ambienti siciliani. Da leggere, centellinando, nei momenti di relax, in quelli di sconforto, in quelli assai più rari di felicità, in poche parole, anzi in una sola, sempre.
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