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scheda di Concilio, C., L'Indice 1996, n. 8
L'ordine formale o l'avanguardistica mancanza di forma fanno di un racconto o di un romanzo un'opera d'arte? Quanto deve essere lungo un racconto per rimanere tale, e quanto può essere breve un romanzo senza divenire per questo un racconto? Quanto spazio lasciare ai dialoghi, alle descrizioni? Quali personaggi coinvolgere nell'incidente rivelatore? Una lezione di "scrittura creativa" è ciò che Edith Wharton riporta dal suo viaggio nell'arte della narrativa di cui ripercorre la storia attraverso i generi - racconto, romanzo d'ambiente, di costume, di situazione e di carattere. Le risposte date dalla romanziera americana non sono semplici ricette, ma disegnano invece la mappa del suo gusto letterario ed estetico, segnano le tappe di quello che deve essere stato il suo personale apprendistato di scrittrice.La riflessione teorica da parte di chi l'arte la pratica e la frequenta porta a una maggiore consapevolezza e padronanza dei propri mezzi, afferma l'autrice. E dunque le regole di quest'arte relativamente giovane, seppure in continua e rapida evoluzione, non sono dogmi ma costituiscono una perfezione verso cui aspirare nella pratica. Goethe, Tolstoj, Balzac e Stendhal, Dickens e Jane Austen, Proust e Henry James hanno contribuito ciascuno a suo modo a creare tale perfezione; l'ideale predicato dalla Wharton è di equilibrio, giuste proporzioni, economia.Ma ogni capolavoro reca con sé una misura, uno stile, un punto di vista intrinsecamente connaturati all'opera stessa, e a poco valgono, allora, le classificazioni, le spiegazioni, le regole, poiché "i romanzieri più grandi" sono e rimangono liberi.
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